«Nel 2023 il fondo Vita nascente ha permesso alle associazioni di tutela materno-infantile e ai servizi sociali di seguire e supportare concretamente 478 madri e i loro bambini». L'assessore alle Politiche sociali della Regione Piemonte, Maurizio Marrone, ha presentato insieme alla parlamentare Maddalena Morgante i risultati delle attività svolte nel 2023 e si dice soddisfatto per aver «superato ampiamente l’obiettivo iniziale di cento mamme» con il progetto iniziale, sostenuto da 400.000 euro di fondi regionali. Per il nuovo bando i fondi sono più che raddoppiati, arrivando a un milione di euro. Di questi, 940.000 andranno alle future mamme attraverso le associazioni mentre 60.000 saranno impiegati dai servizi sociali per i progetti legati al parto in anonimato.
A simboleggiare l’iniziativa è stata inaugurata anche la scultura “L'Albero della Vita”, realizzata dalla scultore Ioan Tabacaru: con fiocchetti rosa e azzurri segnerà il numero dei bambini e delle bambine nate ogni anno in Piemonte con il sostegno di Vita nascente. In dettaglio, 449 madri sono state assistite dalle organizzazioni per la protezione della madre e del bambino mentre altre 29 sono state seguite dai servizi sociali: hanno ricevuto più di 300.000 pannolini e più di 250 carrozzine, oltre a ottenere aiuti finanziari mirati e forniture dirette di abbigliamento, latte in polvere, scarpe, kit per neonati, omogeneizzati, prodotti per l'inizio dello svezzamento, giocattoli, culle, seggiolini per auto, bagnetti, buoni spesa. Hanno ricevuto anche supporto finanziario per affitti, utenze, riscaldamento, pellet, spese relative all'inserimento del bambino nei baby parking, asili nido, scuole dell'infanzia, babysitting, mense scolastiche, biglietti per mezzi di trasporto pubblico, lezioni di guida per conseguire la patente per motivi di lavoro, assicurazione auto, tirocini di reinserimento lavorativo dopo la gravidanza. Sono state infine pagate visite specialistiche ginecologi e ostetriche, psicologi, nutrizionisti, pediatri, dentisti, infermiere, logopedisti e osteopati.
Risultati che hanno comunque continuato a suscitare polemiche. La Cgil, durante un presidio davanti al Consiglio regionale, ha distribuito volantini per protestare contro «la decisione della Regione di stanziare risorse pubbliche verso associazioni private che vengono pagate per fare attività anti-abortista dentro gli ospedali». Tra le principali critiche, viene contestata alla Regione la scelta di coinvolgere le associazioni pro-life nella gestione delle risorse (anche se tutte le spese devono essere rendicontate minuziosamente e le associazioni sono iscritte all’albo delle Asl) e la creazione di corsi definiti “anti-aborto”. «In realtà la nuova delibera – risponde Marrone – rende semplicemente possibile anche istituire corsi per la conduzione della gravidanza nei primi mesi di vita, perché è una carenza emersa con evidenza. I risultato di Vita nascente sono arrivati e la strumentalizzazione diventa sempre più complicata. Come si possono contestare contributi che vengono spesi in pannolini o latte in polvere? La nostra volontà è di andare avanti su questa strada. Il progetto può diventare un modello per altre regioni».
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