mercoledì 19 febbraio 2014
"Sua Maestà il re dei Belgio, la vita va sempre valorizzata, anche nel caso dei disabili. Le chiedo di non firmare la legge sull'eutanasia infantile".
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"Sua Maestà il re dei Belgio, la vita va sempre valorizzata, anche nel caso dei disabili. Le chiedo di non firmare la legge sull'eutanasia infantile". È questo il testo della petizione lanciata da Citizen.go. Sono già 148.845 le firme raccolte e l'obiettivo per poterla presentare è 200 mila. "Giovedì 13 febbraio 2014 - si legge sul sito - il parlamento belga ha approvato una spaventosa legge sull'eutanasia infantile: ai medici sarà possibile uccidere bambini sotto i 18 anni in caso di malattia terminale o estrema sofferenza. La legge prevede che la decisione di uccidere il bambino sia presa dai genitori e dai medici curanti. Inoltre, si dispone che il piccolo paziente sia consapevole della situazione e sappia cosa significa sottoporsi all'eutanasia. Non si può nemmeno immaginare come si senta un bambino che vede i propri genitori disperati a causa della propria sofferenza incurabile. Questa legge rappresenta un caso unico, ma potrebbe costituire un caso esemplare per altri Paesi in Europa per una maggior legalizzazione di questa abominevole pratica; tanto più che in Olanda e Belgio si hanno addirittura casi di impiego non regolamentato e superficiale dell'eutanasia. Un gruppo di pediatri belgi ha scritto una lettera pubblica, affermando l'inutilità di questa legge, dato che le cure palliative sono perfettamente in grado di liberare il bambino dal dolore, sia in ospedale che a casa. Molti membri dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa provenienti da tutti i gruppi parlamentari, tra cui vari italiani, hanno firmato una dichiarazione scritta, affermando che questa legge tradisce i bambini più vulnerabili del Belgio e che promuove la convinzione inaccettabile secondo cui esistono vite indegne di essere vissute, mettendo a rischio le stesse basi della vita socialè". "Dopo l'approvazione da parte del parlamento belga, ora spetta al re Filippo firmare questa legge. Secondo la prassi, il re ha la possibilità di rifiutarsi di firmare, anche se si tratta di una possibilità molto remota e che produrrebbe accesi dibattiti. Ciò nonostante, il re Filippo (come suo zio Baldovino, che nel 1990 si rifiutò di firmare la legge che liberalizzava l'aborto) ha la possibilità di agire coraggiosamente in nome della pari dignità di ogni singolo essere umano".
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