Sdegno per i toni ostili e di una campagna mediatica di settimane, fermezza nel chiedere rispetto, ma anche mano tesa per riprendere un dialogo sull’aborto che non è sembrato mai tanto difficile. Il Movimento per la Vita italiano affida a una lunga, meditata e puntigliosa nota la sua posizione sulla furiosa polemica che si è scatenata prima e dopo il varo del provvedimento che apre alla collaborazione tra consultori e «idonee formazioni sociali di base e associazioni del volontariato», come si legge all’articolo 2 della legge 194, della quale l’atto voluto dalla maggioranza è di fatto un’attuazione. «Inspiegabile in particolare – scandisce il comunicato – è sembrato il clima di aperta ostilità con cui è stato espresso, sui media e da parte di esponenti della politica, il dissenso verso l’operato dei volontari dei Centri di aiuto alla Vita, mostrando spesso di non avere la minima idea di cosa facciano realmente ogni giorno da anni, di come operano, dello stile di accoglienza – sempre con e per le donne, accanto alle donne –, della gratitudine che proprio le donne manifestano apertamente per il sostegno e la disponibilità ricevuti in un momento di difficoltà. Quante donne felici di essere state liberate dai condizionamenti che le avrebbero spinte verso l’aborto!».
La distanza tra attacchi anche verbalmente violenti e realtà dei fatti appare enorme, con una vicenda che «ha fatto emergere purtroppo molti pregiudizi nei confronti di chi, come il Movimento per la Vita – realtà strutturalmente e metodologicamente diversa da Pro Vita e Famiglia onlus con cui troppo spesso è confusa –, svolge da decenni un’opera di servizio accanto a donne in situazioni particolarmente difficili per una gravidanza imprevista e osteggiata, spesso dagli stessi partner, dai datori di lavoro, dalle famiglie». Al Movimento per la Vita non va giù l’«atteggiamento pregiudiziale e rancoroso» per il quale esprime «dolore e sconcerto», augurandosi «di tutto cuore che si sappia al più presto mettere responsabilmente da parte la strumentalità aggressiva, sempre pessima consigliera e portatrice di divisioni profonde che rischiano di inquinare la percezione» di «un servizio volontario del tutto disinteressato, generoso, mai giudicante e sempre rispetto della volontà delle donne», col rischio che «l’intolleranza di certi toni» possa «produrre odio».
Il MpV «sente ora il dovere di chiedere che i toni si abbassino e si torni ad ascoltarsi, nell’interesse di tutti, e in particolare delle persone che vivono situazioni difficili». Cinque le proposte per dare concretezza all’appello. Anzitutto c’è l’invito a «giudicare l’intervento regolatorio appena varato alla luce dell’effettivo dettato della legge 194» e non si di sue citazioni generiche, parziali o artefatte. In secondo luogo «conoscere la presenza già in atto da anni dei Centri di aiuto alla Vita nelle istituzioni sanitarie sulla base di accordi trasparenti e nella reciproca soddisfazione, lungi da qualunque intento ideologico». Terza proposta è «rispettare il pensiero – fondato sulla scienza e sulla ragione – di chi riconosce nel non nato un essere umano a pieno titolo». Dal Movimento per la Vita arriva poi l’invito a «dialogare senza pregiudizi ascoltando le ragioni gli uni degli altri» e infine l’idea di «trovare un terreno comune di azione per ridurre il ricorso all’aborto» e aiutare «le troppe donne che ancora sono costrette a interrompere una gravidanza per indigenza, emarginazione, violenza, abbandono, pressioni ambientali». «Lavoriamo insieme – è l’appello finale – a una società accogliente verso ogni vita umana, a cominciare da quelle più vulnerabili».