«Il figlio, lo sappiamo, è un ottimo desiderio, ci mancherebbe altro: ma non è un diritto. Quando comincia a diventare un diritto è chiaro che poi si cercano tutte le strade per doverselo assicurare». È il commento di monsignor Nunzio Galantino alla vicenda dello scambio di embrioni all’Ospedale Pertini dopo la recente nascita dei due gemelli. «Il problema – ha aggiunto Galantino, interpellato dall’agenzia Ansa – è che noi vogliamo, per forza, trasformare l’uomo in una macchina, ma nell’Ottocento già c’è stato questo tentativo, e fu un dramma. L’uomo non è una macchina. Tutto ciò che non può essere inglobato in meccanismi più o meno perfetti, purtroppo, prima o poi fa pagare il prezzo». Casi drammatici come quello del Pertini, dichiarato irrisolvibile persino dal Comitato nazionale per la bioetica (che era stato chiamato a pronunciarsi su chi fossero i genitori dei due bambini), obbligano a confrontarsi con la realtà: «Purtroppo – commenta il segretario dei vescovi italiani – abbiamo bisogno di questi casi limite per doverci rendere conto della stortura che molte volte si innesca in alcuni meccanismi che, prima di essere di natura medica, sono di natura antropologica». Accade infatti che «quando noi mettiamo come primo obiettivo della vita il soddisfacimento di desideri anche legittimi di ogni uomo, guardate che noi capovolgiamo un po’ tutto. Perché il desiderio dell’individuo non può essere la molla della storia». Infatti «quando è l’individualismo che prevale non esistono più altre realtà, ed è chiaro che quando l’individualismo diventa sfrenato si comincia a parlare anche di utero in affitto. Una bestialità, insomma. È chiaro – ha concluso monsignor Galantino – che quando si parla di utero in affitto non si fanno i conti con altre realtà, che sono poi i sentimenti, l’equilibrio, il legame con una persona, il legame tra la mamma e coloro che porta in grembo».
Cristiani perseguitati, l'Europa fa orecchie da mercante
Il segretario generale della Cei affronta poi la tragedia che si sta consumando in Medio Oriente e in Africa. "Sulla persecuzione dei Cristiani in Iraq, ma anche in Siria e Nigeria, mi sembra che l'Europa stia facendo orecchie da mercante". "In questi giorni, come Conferenza episcopale italiana - ha aggiunto - ci stiamo impegnando molto, soprattutto a identificare dove sono, dove stanno i campi profughi di Cristiani, ma non solo dei Cristiani, per poter intervenire direttamente"
"Quanto sta accadendo - ha poi sottolineato Galantino - è un grossissimo dramma. È il dramma dei Cristiani perseguitati. È il dramma di questi uomini, di questi bambini che, per il solo fatto di essere Cristiani, vengono umiliati, uccisi, privati dei loro beni".
Ebola, l'Occidente è "distratto" ma non solo
Galantino ha poi affrontato anche il dramma di Ebola, il virus che sta flagellando alcuni paesi africani. "L'Ebola - dice il vescovo - mette in luce la distrazione, chiamiamola così ma è molto più che distrazione, dell'Occidente nei confronti di una realtà, quella africana, che per troppo tempo è diventata soltanto un luogo da razziare, un luogo da umiliare, un luogo da corrompere, un luogo da trasformare in discarica".
"È chiaro - prosegue Galantino - che ci stiamo rendendo conto come anche tutta l'attenzione che si sta avendo nei confronti dell'Ebola è l'attenzione nei confronti di alcuni occidentali che hanno contratto l'Ebola e questo è un pò vergognoso". "Bisognerebbe davvero, io spero, che la cura - ha concluso - che si sta facendo per gli occidentali che hanno contratto l'Ebola possa, prima o poi, veramente essere una cura da estendere a tutti coloro i quali in terra d'Africa hanno e vivono questo brutto dramma".