sabato 26 febbraio 2022
L'azienda inglese che organizza «Un sogno chiamato bebè» programmata a maggio nega che negli stand in maggio si pubblicizzerà la maternità surrogata. Ma la loro fiera gemella di Parigi l'ha fatto
Una delle immagini usate dagli organizzatori per promuovere l'evento nel sito della manifestazione

Una delle immagini usate dagli organizzatori per promuovere l'evento nel sito della manifestazione

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Se si sta alle dichiarazioni degli organizzatori, la fiera «Un sogno chiamato bebè» in programma a Milano nello Spazio Antologico degli East End Studios di via Mecenate (zona Forlanini) il 21 e 22 maggio ha come solo intento «informare e aiutare le persone a trovare informazioni accurate e complete sulle diverse opzioni di genitorialità, grazie alla presenza di esperti, medici, clinici, terapeuti, centri di trattamento e gruppi di supporto specializzati in fertilità e genitorialità». Ma è necessario ricordare che contenuti analoghi furono annunciati per «Desir d’enfant», che si svolse a Parigi il 4 e 5 settembre 2021, sempre per iniziativa della stessa società organizzatrice, eppure Avvenire documentò in presa diretta che tra gli stand si faceva neppure troppo velata pubblicità a servizi commerciali di maternità surrogata. «Gli approfondimenti – tranquillizzano gli organizzatori – saranno mirati a informare sui trattamenti di fecondazione in vitro, nutrizione, terapie complementari e naturali, e adozione. Questo evento ha lo scopo di aiutare le coppie italiane a trovare le giuste informazioni sulla materia e si articolerà attorno a un gran numero di seminari e di stand informativi animati dai più grandi esperti del settore nel mondo. Questo è un ottimo modo per le coppie di incontrarsi in un ambiente sicuro, al fine di ottenere il supporto per ospitare un bambino nella loro famiglia. Nessuna fiera o evento sulla maternità surrogata, uteri in affitto, mamme in affitto e similari sta arrivando in Italia, gli argomenti trattati durante la due giorni milanese saranno in linea con la vigente normativa nazionale e la sensibilità dei cittadini, pertanto è escluso qualunque riferimento alla Gestazione per altri o alla maternità surrogata». C’è da sperarlo, anche perché in Italia realizzare o anche solo pubblicizzare la surrogazione di maternità è un reato penale ai sensi della legge 40 sulla procreazione assistita. Resta in ogni caso il più che sgradevole senso di una mostra mercato della vita umana di cui non si avvertiva proprio la necessità.
Chi non si fida delle promesse di assoluta legalità è Isabella Tovaglieri, europarlamentare della Lega, che in un’interrogazione alla Commissione europea ha chiesto che la manifestazione sia «vietata» definendola un «raccapricciante mercato della vita umana travestito da salone della fertilità, dove, tra i servizi proposti ai visitatori, sono commercializzate maternità surrogata e pacchetti per avere figli "su misura", con cataloghi e listino prezzi». Non sono fantasie: è quello che è accaduto a Parigi. L’azienda organizzatrice F2F è una società inglese specializzata nell’allestimento di fiere, ha sede a Edlesborough, 60 chilometri da Londra, e alle insistite richieste di Avvenire – da sei mesi all’altroieri – ha sempre opposto un incomprensibile silenzio.
Nei giorni scorsi alla lettera aperta delle associazioni femministe riunite nella «Rete per l’inviolabilità del corpo femminile», che chiedevano al sindaco di Milano Beppe Sala di fermare la fiera, si era unita la voce di Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, che definiva «scandaloso che si possano organizzare eventi del genere. La maternità surrogata deve diventare reato universale».

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