Dopo il primo sì alla Camera lo scorso 19 settembre ha iniziato questo pomeriggio in commissione al Senato (in seconda lettura) il disegno di legge contro l’omofobia e la transfobia. Presente per il governo il sottosegretario
Ivan Scalfarotto, e proprio questo ha innescato delle polemiche, avendo l’esecutivo garantito di rimettersi alla volontà della Commissione e poi del’Aula, mentre l’esponente del Pd è di fatto l’intestatario, come relatore, del faticoso e contestato compromesso raggiunto a Montecitorio con un emendamento di Gregorio Gitti dei Popolari per l’Italia, volto a prevenire il rischio di reato di opinione che la norma comporta. Rischio non scongiurato per gli esponenti del Nuovo Centrodestra. Va ricordato, infatti, che il provvedimento alla Camera incontrò l’opposizione del Pdl. Nel frattempo il partito di Silvio Berlusconi si è spaccato in due tronconi e il partito guidato da Angelino Alfano, (fortemente contrario al provvedimento per i persistenti rischi di perseguibilità che comporterebbe la difesa dell’unicità della famiglia fondata sul matrimonio fra uomo e donna) è componente numericamente decisiva della nuova maggioranza che sostiene il governo Renzi. I lavori sono iniziati all’insegna dell’ostruzionismo. Domani si torna in commissione ma ci si dovrebbe limitare ancora ad esaminare gli emendamenti del Ncd. I nodi verranno al pettine dopo, quando ci sarà da trattare le proposte “peggiorative” di esponenti del Pd che mirano a rendere obbligatoria la rieducazione presso associazioni di area gay.