Sul riconoscimento dei matrimoni gay all'estero il sindaco di Bologna
Virginio Merola sta facendo un colpo di mano. Arriva la posizione della Chiesa di Bologna, che ha sempre criticato l'istituzione del registro comunale per le nozze omosessuali e che oggi, il giorno dopo lo scontro tra il prefetto e il sindaco, si è espressa ufficialmente tramite il vicario generale monsignor
Giovanni Silvagni.
"È compito degli amministratori applicare quello che la legge prescrive. Ma il problema di quanto è successo a Bologna non è solo amministrativo ma di contenuto. Qui si ignora completamente che cosa sia un matrimonio, come fatto umano, con le sue caratteristiche intrinseche che non sono modificabili né tantomeno sono frutto delle mode del momento. Non è una questione cattolica, ma antropologica. Prima di mettere mano a dei provvedimenti, forzando la legge bisogna aprire un dibattito su cos’è un matrimonio e quali sono le caratteristiche tipiche della sua condizione”.
Silvagni è intervenuto anche sul tema delle adozioni da parte di coppie di persone dello stesso sesso: “Si deve intervenire senza faciloneria e senza ideologismi che hanno nella loro stessa identità il non volere fare i conti con la realtà e il non volere fare tesoro dell’esperienza. Questo può creare situazioni mostruose e deleterie”. E sulla vicenda è intervenuto anche il
Forum delle associazioni familiari.
«I vari casi di iscrizione nei registri comunali di un matrimonio tra persone dello stesso sesso celebrato in uno Stato straniero sono un triste esempio di come il rispetto della legalità sia calpestato proprio da chi dovrebbe farla rispettare», ha affermato
Francesco Belletti, presidente del Forum. «La normativa nazionale prevede che possa essere riconosciuto nel nostro Paese solo il matrimonio che corrisponde alle specifiche normative vigenti nel nostro Paese. Per questo, ad esempio, non è possibile il ricongiungimento per tutte le mogli di una famiglia poligamica; perché la nostra legge non riconosce un matrimonio poligamico. Allo stesso modo il matrimonio nel nostro Paese è qualificato dalla eterosessualità. Ma a Bologna il sindaco decide di infischiarsene e ordina di trascrivere nei registri del Comune un matrimonio celebrato all’estero tra due persone dello stesso sesso. Per fortuna c’è ancora chi difende la legalità in questo Paese, anche a rischio di diventare “politicamente scorretto”: il prefetto di Bologna ha infatti richiamato formalmente il sindaco che risponde con un rifiuto».