Era il giorno di Pasqua del 1945, il 31 marzo, quando la beata Natalia Tulasiewicz morì in una camera a gas nel campo di Rawensbrück, nei pressi di Brandeburgo in Germania. La sua unica colpa era quella di aver offerto alle sue compagne prigioniere uno sguardo di speranza sulla loro sofferenza. Era nata nel 1906 nel paese polacco di Rzeszów, nei pressi di Podkarpackie, e aveva scelto la via dell'insegnamento. Convinta della necessità che i laici s'impegnino nell'opera di apostolato ed evangelizzazione, quando la Polonia venne occupata dai nazisti decise di partire assieme alle donne condannate ai lavori forzati in Germania. Scoperta, venne umiliata e torturata, ma questo non le impedì di tenere una meditazione pubblica sulla Passione di Gesù nel Venerdì Santo. Due giorni dopo venne uccisa.Altri santi. San Beniamino, diacono e martire (V sec.); sant'Agilolfo, vescovo (VIII sec.). Letture. Risurrezione del Signore: At 10,34a.37-43; Sal 117; Col 3,1-4; Gv 20,1-9. Ambrosiano. At 1,1-8a; Sal 117; 1 Cor 15,3-10a; Gv 20,11-18.
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