Stéphane Lissner è arrivato da poco a Parigi. Ha lasciato la Scala di Milano, è il 2015 e sta ultimando i preparativi per presentare la stagione dell'Opéra di Parigi, della quale è divenuto Direttore. Il film di Jean-Stéphane Bron - nelle sale soltanto lunedì e martedì prossimi -, segue, scopre, commenta la vita, diurna e notturna, di quel teatro famosissimo, che ha, come tutti, una sua anima. C'è il coro che protesta, ci sono gli scioperi, le cene di gala e la mensa degli artisti. E le discussioni di Lissner, al quale spetta un fine lavoro diplomatico per abbassare i prezzi. Un mondo che è entusiasmante scoprire, in cui la magia di uno spettacolo lirico si fonda sul duro lavoro e la quotidiana dedizione di centinaia di professionisti d'ogni settore. Un momento cupo s'addensa, quando Lissner chiede un minuto di silenzio per le vittime del Bataclan; un sorriso ritorna quando Misha Timoshenko, baritono che arriva dalla Russia senza sapere una parola di francese, incontra Bryn Terfel all'inizio dei suoi studi in Accademia. E c'è la classe dei piccoli violinisti sponsorizzata da un ricco filantropo, che unisce in un istante tutte le etnie e le religioni: la musica come speranza del mondo.
Luca Pellegrini
© Riproduzione riservata