Avrà un nome la pensione integrativa dei lavoratori pubblici. Anzi due. «Sirio» per il fondo complementare destinato ai dipendenti dello Stato, delle Agenzie fiscali e degli enti pubblici non economici, e «Perseo» per i dipendenti delle autonomie locali (regioni, province, comuni ecc.) e del settore della sanità, con una potenziale platea di 1.625.000 iscritti. La fantasia degli ideatori ha subìto il particolare fascino dell'astronomia, visto che tra i diversi fondi integrativi in funzione già compaiono «Espero» per il personale della scuola, «Cometa» per i metalmeccanici, «Pegaso» per il settore cooperative e «Astri» per le autostrade. Sirio, tra l'altro, è in realtà il proseguimento di «Minepa», un orribile acronimo che indicava il tentativo di alcuni anni fa per sviluppare le pensioni integrative anche nel settore pubblico.
Il prossimo avvio di Sirio e di Perseo, che vanno ad aggiungersi al citato Espero, è stato annunciato dal presidente dell'Inpdap, Crescimbeni, in vista di un piano di sensibilizzazione del personale della pubblica amministrazione in materia di previdenza statale e complementare. Il progetto prevede, in premessa, che il singolo dipendente debba poter consultare direttamente i propri dati assicurativi e gestire eventuali variazioni anagrafiche o retributive.
L'iniziativa dell'Inpdap rappresenta il primo passo di quanto previsto dalla recente manovra finanziaria che ha stanziato, per il prossimo triennio, 92 milioni l'anno. Un importo modesto ma necessario per promuovere le adesioni del personale del pubblico impiego ai fondi integrativi. Infatti l'esperienza di Espero, che offre la pensione di scorta agli amministrativi e ai docenti della scuola, delle accademie e dei conservatori, non è entusiasmante. Appena 90 mila gli iscritti, dopo già sei anni di esercizio, con una bassissima percentuale di adesione sul complesso degli interessati. Ma in genere tutto il comparto del lavoro dipendente, dopo una fiammata iniziale, soffre oggi di uno stallo nelle adesioni alla previdenza integrativa. Inoltre, a remare contro le adesioni degli statali alla pensione di scorta opera il blocco dei trattamenti retributivi del pubblico impiego per i prossimi due anni, disposto dalla manovra finanziaria.
Fine servizio. A ruota dell'Inps, anche l'Inpdap ha pubblicato, lo scorso 8 ottobre, la sua circolare (n. 18), applicativa della legge 122/2010 della manovra finanziaria, per gli interventi in materia pensionistica. L'Istituto rimanda a una successiva circolare l'esame delle altre novità in materia di trattamenti di fine servizio. In particolare, in relazione alla riduzione dei trattamenti economici che superano i 90 o i 150 mila euro l'anno, l'Istituto ricorda che gli enti datori di lavoro sono tenuti in ogni caso a versare i contributi per la pensione e per il tfr sulle intere retribuzioni virtualmente spettanti, senza tener conto delle riduzioni retributive, per le quote a carico di entrambi (amministrazione/dipendente).
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