mercoledì 28 settembre 2022
Paolo Brunelli, classe 1965, è un artista del gelato e del cioccolato, ma in poche ore la sua attività a Senigallia è stata invasa dal fango. A fine agosto m'erano giunte entusiastiche segnalazioni da parte di collaboratori e lettori del Golosario, poi quello stop forzato di metà settembre, per leggere pochi giorni fa su facebook: «Chiudiamo i battenti. Il fango se ne è andato, o almeno così ci sta facendo credere. Ci fermiamo qualche mese per rimetterci in sesto e vedere se c'è qualcosa da salvare. Tutte le forze rimanenti saranno sul punto vendita di Marzocca (frazione di Senigallia). Ci dedicheremo allo shop online (www.paolobrunelli.me) e continueremo ogni giorno a celebrare un lavoro che ci piace da morire». Lui ha iniziato a fare il gelato quando aveva 12 anni e ha sviluppato una carriera pazzesca, facendo scuola. Ora, la spinta a voler raccontare questa voglia di ripartenza è l'appello che riguarda la capacità di non dimenticare. La cronaca ha infatti le sembianze di un giano bifronte: da un lato sensibilizza, anche su fatti tragici, dall'altro crea assuefazione e viene superata dagli eventi che incalzano. Sulla rivista Vita e Pensiero dell'Università Cattolica leggo un rapporto dedicato ai giovani della generazione Zeta, gli attuali under 25 che non avrebbero memoria del XX secolo e per di più hanno subìto quella discontinuità creata dalla pandemia. Che li ha fatti trovare, dopo due anni, nel mondo adulto. Una generazione unica, scrive il professor Alessandro Rosina, che tuttavia porta con sé il peso di un'innegabile fragilità, certificata dall'aumento dei Neet (i giovani che non studiano e non lavorano). Dal Rapporto Giovani 2022 si evince così che un'idea positiva di sé, in due anni, è scesa dal 53,3% al 45,9% (quasi la percentuale del non voto). Secondo Matteo Lancini, presidente della Fondazione Minotauro di Milano, il problema sta nel fatto che i giovani hanno la percezione di non essere attesi né pensati dagli adulti, che perseguono spesso nell'infantilizzarli. E qui il pensiero è andato a Paolo Brunelli e ai suoi dipendenti, a chi non molla anche davanti alle disgrazie, ma mostra ai giovani come e per cosa si debba ripartire. Fra le cifre di questo rapporto non è difficile scorgere i motivi della diserzione al voto, per cui faccio mio l'appello di Alessandro Rosina che scrive: «L'antropologia delle nuove generazioni deve essere il punto di partenza di ogni riflessione sul futuro del Paese, mentre tutto il dibattito pubblico è concentrato su come le aziende possono cogliere le occasioni dei finanziamenti del Pnrr». E ai giovani chi ci pensa?
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