Rafael nadal durante il singolo maschile contro Djokovic al Roland Garros, 29 luglio 2024 - ANSA
Primo sabato sera olimpico, al Philippe Chatrier, il centrale di Roland Garros. Non appena ha saputo, senza badare a spese, il popolo dei fan di Rafa, alias Rafael Nadal, ha lasciato tutto per esserci. Perché non a caso, vicino alla stadio, brilla una statua d’acciaio alta 3 metri che raffigura il re incontestato della Porte d’Auteuil e più grande tennista di sempre sulla terra rossa.
Così, di fronte all’effluvio collettivo di riconoscenza e affetto verso Rafa ormai 38enne e sul viale del tramonto, si fa piccolo pure il suo compagno di doppio, quel Carlos Alcaraz che contende oggi lo scettro supremo al nostro Sinner stellare, assente a Parigi 2024, con immane delusione italica.
I fuoriclasse spagnoli, pur alle strette a momenti contro i bravi argentini Gonzalez e Molteni, sfoderano qualche zampata e vincono in 2 set.
Ma più essenziale è l’atmosfera sospesa: le lacrime sui volti intercettate dalla telecamera ‘funambolica’ (su 4 corde tese teleguidate), la voglia incontenibile di ballare di tanti nelle pause dei cambi di campo, la leggendaria Billie Jean King come madrina della serata. Sì, una grande festa. E bene hanno fatto i genitori a portare i discendenti. Solo così s’apprende la vecchia farandola dei moschettieri da stadio.