Sono molti i post che la blogosfera ecclesiale sta dedicando in questi giorni all'inizio ufficiale, presso la diocesi di Roma, della causa di beatificazione di Chiara Corbella Petrillo. Qui su "Avvenire" è uscita anche un'intervista di Filippo Rizzi al postulatore padre Romano Gambalunga ( tinyurl.com/y8l35dcl ). Il quale, nel suo lavoro, dovrà fare i conti anche con internet: sebbene non sia, al contrario di Carlo Acutis, una vera e propria nativa digitale, tuttavia Chiara Corbella Petrillo ha vissuto la maggior parte della sua vita terrena nell'era di internet, cosicché la Rete sta contribuendo non poco alla sua fama di santità, come registra Emilia Flocchini nel bel post che ha dedicato alla notizia sul suo blog "Testimoniando" ( tinyurl.com/y8xhz56t ). Dove, peraltro, trova in Francesco D'Assisi la risposta a una domanda legittima e posta senza la minima ombra di scetticismo, anzi: perché la storia di questa giovane donna ha trovato una così grande diffusione «mentre tante altre, di giovani e madri di famiglia soprattutto», sono meno note, o sono cadute nell'oblio?
Del resto, "Testimoniando" è nato nel 2012 proprio desiderando che «la memoria di uomini e donne, del passato e del presente, che hanno provato e provano a vivere il Vangelo non vada perduta» e «perché l'annuncio fondamentale (il kerygma) del cristianesimo, la risurrezione di Gesù, passa anche per il racconto di altre vite risorte». Un blog dunque specializzato in figure di testimoni, appunto, che la giovane autrice (come Emilia Testimoniando la si può incontrare anche su Facebook; con nome e cognome invece collabora con varie testate specializzate) conduce agilmente tra la santità canonica di ieri e di oggi e quella dei cristiani «della porta accanto», con sguardo libero e una passione davvero intensa (che tuttavia non fa velo all'accuratezza). E con quella quota di soggettività di cui la comunicazione digitale non può fare a meno, e che l'agiografia tradizionale non poteva permettersi di esplicitare.
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