Certamente queste ultime giornate elettorali gli stanno richiedendo un superlavoro. Tuttavia Gianni Borsa, corrispondente da Bruxelles per il Sir, ha trovato, ovviamente in piena notte, il tempo per confezionare sul suo profilo Facebook un post "altro" ( tinyurl.com/y4b6ywf4 ) che la cerchia degli amici digitali ha, con giusta ragione, apprezzato. Vi si narra, praticamente in diretta, dell'incontro casuale tra il giornalista e «un signore anziano, capelli lunghi e arruffati, ricurvo. Soprabito lungo, malmesso. Trascina un carrello, come quelli per la spesa, dentro e sopra il quale, evidentemente, trasporta tutto quello che ha. Di fatto blocca il marciapiede». Un incontro che potrebbe capitare a ognuno di noi, quale che sia la capitale (o il semplice capoluogo) nella quale ci capiti di spostarci a piedi, senza fretta e senza timori. «Alza lo sguardo e attacca a parlare, velocissimo, un francese-mitraglia. Si mangia le parole. Intuisco che vive per strada, ma il racconto appare sereno, senza spigoli. Dice della sua giornata, di un amico che gli ha offerto la cena. Il lavoro mancato, la vita cambiata». Un anziano che chiede quel genere di carità che non si fa con le mani e con i soldi, ma con le orecchie e con il tempo. Infatti «il discorso è a senso unico: non si aspetta risposte da me. Infine mi prende un braccio, ringrazia, ringrazia ancora. Faccio per mettere la mano in tasca ma mi ferma (allora faccio per scusarmi...). Non è di una moneta che ha bisogno». Il motivo che ha prodotto questo incontro è stato un inconveniente che ha fatto saltare a Borsa un impegno di lavoro, portandolo a camminare per quella via, a quell'ora. Di qui il titolo del post: «Quando cambia la prospettiva». Con il quale l'autore sembra suggerire che è anche dalla prospettiva di incontri come questo che si deve pensare a «questa Europa» e a quella che verrà fuori dalle elezioni.
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