venerdì 4 gennaio 2013
«Nell'orto mio ci sono tre cucù…zze! E perché tre cucù…zze?» A Malpelo, romano, ieri è tornata subito in mente la filastrocca sulla gara delle “cucùzze”, cioè delle zucche. Appena vista la prima pagina del “Giornale” ecco infatti «Cucù: Ma da che pulpito viene la predica». Marcello Veneziani su quel quotidiano noto da qualche anno ai lettori di “Avvenire” – e non solo – anche per certe “bravate” false e falsificanti, ha voluto fare la sua… predica. A chi? Il destinatario sarebbe – dire “è” pare eccessivo, vista anche l'incertezza zoppicante dell'esordio al rovescio: «Eminenza, anzi Eccellenza…» – il cardinal Bagnasco che ha avuto l'ardire di ricordare che talvolta c'è il rischio che anche ragioni economiche – non tutti infatti sono benestanti e assistiti come certi giornalisti – potrebbero essere incentivi che spingono alla drammatica scelta di aborto ed eutanasia. E allora? Allora il “Cucù” la butta in politica pro domo tutta sua, e vede nelle parole del cardinale «il sostegno clericale a Monti», il cedimento della Chiesa alla “tecnocrazia”, addirittura ai “diktat” della massoneria. Ecco: per Veneziani si tratterebbe di un «barattare i Cieli con i Monti», e cioè – testuale – «simonia». Leggi e che dici? Niente! Soltanto che talora anche una piccola parte di “cucùzza”, un piccolo “Cucù” in prima pagina basta a far capire che qualche “zucca”, anche famosa, anche ritenuta intelligente, si mostra davvero vuota. E tu che fai? Dentro la zucca metti una candela e spedisci tutti a giocare coi fantasmi di importazione di Halloween.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI