mercoledì 24 luglio 2024
Da giorni, a Parigi, è complicato raggiungere la Senna, almeno per chi è sprovvisto del prezioso pass prefettorale che permette di aggirare le misure eccezionali di sicurezza in vista della grande
Profili angelici e gloriosi istanti
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Da giorni, a Parigi, è complicato raggiungere la Senna, almeno per chi è sprovvisto del prezioso pass prefettorale che permette di aggirare le misure eccezionali di sicurezza in vista della grande inaugurazione olimpica fluviale. Il dedalo di 44mila griglie metalliche protettive ha scoraggiato persino tanti turisti, dirottati anche verso attrazioni meno centrali. «Servirebbero un paio d’ali», si sente dire qui e là fra chi è costretto a stravolgere i propri piani, con il sorriso o tradendo esasperazione. Battute fugaci che fanno pensare pure a certe sorprese che Parigi è capace d’offrire persino nei giorni blindati proiettati verso l’avvio mirabolante e caleidoscopico dei Giochi.


A proposito d’ali, una piccola grande novità: in mezzo a clamori d’ogni tipo, un ‘angelo’ è apparso nel cuore della città. Su una delle ultime pareti ancora sgombre del Quartiere Latino, vicino ai celebri caffè del Boulevard Saint-Germain un tempo cari ai filosofi, si può ammirare adesso L’Angelo geografo, ovvero l’ultima creazione dell’artista Jean-Charles de Castelbajac, appena scelto pure per decorare i paramenti liturgici previsti in occasione dell’attesissima riapertura della Cattedrale di Notre-Dame, per la solennità dell’Immacolata.

«Che possa ispirare a tutti sentimenti di pace e concordia», ha dichiarato l’artista, inaugurando l’opera in graticolato alta 15 metri, commissionata da un’istituzione laica, la locale Società di Geografia, che è pure la più antica al mondo. Fra lampi di poesia ed evocazioni più fosche, quasi tutte dedicate ai Giochi le riflessioni nei discorsi delle autorità presenti, a riprova di quanto speranza e inquietudine si tengano a braccetto, nella capitale che vuol brillare, pur fra una selva d’incognite e rischi potenziali: attentati, sfondi bellici, epidemie, crac finanziari.


Di certo, come ha dimostrato pure la nuotata nella Senna della sindaca franco-spagnola Anne Hidalgo, Parigi vorrebbe ricavare da questi Giochi una collana di simboli nuovi di riscatto, nel quadro di difficili sfide proprio come quella ecologica. In proposito, in attesa delle gesta dei campioni olimpici, sintomatico è l’interesse crescente che suscitano gli abitanti parigini più rapidi in assoluto: talora più veloci dei Tgv, i famosi treni transalpini da export. Adesso, ben più delle carrozze aerodinamiche che sfrecciano sui binari, fanno sognare i falchi pellegrini insediati su certi edifici della Ville Lumière. Tanto che ogni nuova nidiata, filmata dalle associazioni naturalistiche che seguono i rapaci a distanza, suscita ondate d’emozioni condivise sui social. Se nella densissima Parigi riesce a riprodursi mirabilmente persino la più veloce creatura fra i viventi, è forse ancora lecito promuovere svolte esaltanti, pur non trascurando le minacce.


Così, fra un edificio e l’altro della capitale olimpica in cui spuntano pure le ali di nuovi profili angelici in formato gigante, a qualcuno potrebbe persino venire l’idea di rispolverare la colonna sonora del vecchio film Momenti di Gloria. Quelle note da Oscar del greco Vangelis composte anche per rievocare la Parigi olimpica del 1924, dove vibrarono già passioni sportive capaci poi di sorvolare anche le crisi più nere.

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