Anche se sono passati almeno quarant'anni, mi sembra ieri quando mi trovai per le mani il primo supplemento estivo de “l'Espresso” dedicato alle «vacanze intelligenti». Certo non immaginavo che il termine, complice anche un celebre episodio diretto e interpretato da Alberto Sordi nel film-commedia Dove vai in vacanza? (1978), sarebbe diventato di uso comune per alludere a modi non convenzionali di trascorrere le ferie estive, compreso il rimanere nella propria città senza dover sottostare agli abituali ritmi lavorativi.
Di sicuro papa Francesco non è stato influenzato né da “l'Espresso” né dal film di Sordi nel decidere di trascorrere in Vaticano il periodo di riposo estivo che i predecessori passavano a Castelgandolfo e/o in qualche località montana: per lui, come ben ricapitola “Vatican Insider” in un post degli ultimi giorni ( tinyurl.com/y94otejs ), si tratta piuttosto di una scelta dettata, in parte, dalle sobrie (per necessità) consuetudini familiari, e in parte probabilmente maggiore dal suo attaccamento, che egli non esita a qualificare come «nevrosi», a ciò che chiama «habitat», ovvero alla propria residenza abituale, Roma come Buenos Aires. Nulla di speciale, dunque, né che egli proponga come esemplare. Del resto, le cose sono andate così sin dall'estate del 2013, la prima dopo la sua elezione alla guida della Chiesa.
Eppure quel post si è guadagnato molta attenzione, oltre a più di una ripresa su altre fonti: lo attesta il mio robot-aggregatore e lo attestano le reazioni e le condivisioni ricevute sulla pagina Facebook, che sono le più numerose degli ultimi sette giorni. E non solo, immagino, perché qualcuno, commentando, vi ha trovato l'ennesimo, e francamente inconsistente, motivo di polemica. Penso piuttosto che la scelta del Papa faccia sentire meno “strano” chi, per mille motivi e senza pretesa d'essere “intelligente”, arrivato ai primi d'agosto non può o non vuole partire per le vacanze.
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