Nel giorno in cui, con la pubblicazione del Documento preparatorio, si mette in cammino, il Sinodo sui giovani incassa un quarto dell'attenzione dell'informazione religiosa digitale, e dentro questo quarto pullulano le sottolineature della misura in cui il digitale stesso si incrocerà col Sinodo: a motivo dell'avvio, dal 1° marzo, di un sito attraverso il quale consultare direttamente i giovani (mentre agli episcopati è già stato consegnato il Questionario "sui" giovani), e della presenza, nel Documento stesso, di due riferimenti precisi (all'iper-connessione giovanile e ai new media come luoghi della cura pastorale), riassunti in una delle domande ai vescovi: «In che modo tenete conto del cambiamento culturale determinato dallo sviluppo del mondo digitale?».
Nello stesso giorno, la Conferenza episcopale calabra lancia un proprio portale, Calabria Ecclesia ( tinyurl.com/zhjbm3t ), con l'obiettivo di «promuovere, stimolare e coordinare» l'informazione religiosa in tutti i settori della comunicazione sociale regionale. Il "Chi siamo" del sito è intriso di consapevolezza della portata della "rivoluzione" rappresentata da internet e delle opportunità che ne vengono per la comunicazione ecclesiale e per l'evangelizzazione.
Tutto ciò passa, giova ricordarlo, attraverso il fatto che, dieci anni fa, è stato lanciato sul mercato un dispositivo che «ha tagliato i cavi di internet e ci ha legati a sé permettendoci di essere sempre e comunque connessi": lo smartphone, nella versione oggi fatta propria da tutti i produttori. Ne parla da par suo Paolo Benanti sul blog del Regno "Moralia" ( tinyurl.com/hlzb3vz ), sintetizzando in poche righe tutta la tecnologia di cui è capace questo oggetto e i mutamenti che essa ha introdotto nella nostra vita: la dimensione social e i selfie, l'accesso alle notizie e l'incontrollata produzione di post-verità... «Una tecnologia fluida e adattabile che sempre più è il medium che si pone tra noi e il reale e che detta la nostra comprensione della realtà stessa».
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