Sui campi sportivi delle parrocchie, delle scuole religiose, di varie istituzioni cattoliche, lo Sportass fa gioco pesante. Si tratta della vecchia "Cassa di previdenza per l'assicurazione degli sportivi contro gli infortuni" a carattere volontario, appena pochi anni fa ad un passo dallo scioglimento, che ritrova nuovo slancio grazie ad un recente decreto del Ministero dei beni culturali. Il decreto, già previsto dalla legge finanziaria del 2003, obbliga tutti gli sportivi dilettanti ad iscriversi allo Sportass per garantirsi un indennizzo contro eventuali infortuni che abbiano causato l'invalidità permanente o la morte.
D'ora in avanti, gli atleti dilettanti, i dirigenti e i tecnici sportivi, inquadrati presso le Federazioni sportive nazionali, le discipline sportive associate e gli enti di promozione sportiva (per citare, il Centro nazionale sportivo Libertas, il Centro sportivo italiano, le Polisportive giovanili salesiane, l'Unione sportiva Acli, le Opere sportive Italia ecc.) non potranno ricevere la tessera associativa annuale se non versando, presso la propria organizzazione, il nuovo contributo assicurativo contro gli infortuni.
L'assicurazione interessa, in particolare, non solo i dilettanti che gareggiano a titolo agonistico, ma anche chi pratica lo sport a titolo amatoriale, non agonistico o come semplice impiego del tempo libero.
In realtà, la gran parte degli sportivi tesserati è già tutelata contro il rischio infortuni tramite polizze assicurative collettive, in genere di durata decennale, e non pochi l'hanno integrata con una polizza personale. La nuova assicurazione obbligatoria Sportass non esclude la facoltà di accendere o di proseguire una assicurazione privata; questa prosegue validamente fino alla sua naturale scadenza. Per molti dilettanti si tratta quindi di sostenere per non poco tempo un doppione assicurativo.
Lo Sportass prevede la sua tutela anche agli infortuni avvuti durante gli allenamenti, individuali oppure isolati, ed i trasferimenti in altre località per lo svolgimento delle attività associative, a patto che non siano commesse violazioni al Codice della strada.
Complessivamente, restano esclusi quegli infortuni che non hanno esiti mortali o che non provocano un'invalidità permanente. E' quindi ancora conveniente aggiungere una propria assicurazione per i piccoli incidenti. Questi possono provocare una invalidità temporanea o ridotta, che sono del resto i rischi più frequenti.
Le prestazioni liquidabili dallo Sportass consistono in un capitale di 75.000 euro in caso di morte, in un vitalizio annuo di 6.000 euro per le invalidità permanenti superiori al 35% e di 9.000 euro per le invalidità superiori al 60%.
Indennizzi aggiuntivi sono previsti per gli orfani dello sportivo deceduto (aumento del capitale del 50%), per gli assicurati di età inferiore a 14 anni (interventi di chirurgia plastica), per chi è impossibilitato a frequentare le lezioni scolastiche ecc.
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