«Non abbandonarmi alla tentazione» (Mt 6,13 e Lc 11,4). Prego lentamente queste parole, le ripeto giorno dopo giorno, facendole mie. Non abbandonarmi, Signore. Non abbandonarmi quando le pareti del tempo diventano instabili, e le parole di oggi assumono la rigidità del pane impastato ieri. Non abbandonarmi quando indietreggio perché è difficile, quando quasi mi inchino all'idolatria di quello che è comodo, prevedibile, ordinario. Non abbandonarmi quando trovo che l'aurora tardi a irrompere e sopraggiunge la tentazione di pensare che alla notte succederà solo la notte. Non abbandonarmi lasciando che io attraversi da solo i caliginosi corridoi dell'incertezza, o mi perda nel sentimento della stanchezza e della disillusione. Non abbandonarmi prigioniero del labirinto della solitudine, nel suo fittizio gioco di specchi che svuota il mondo di verità e di senso. Non abbandonarmi lasciando che io sparga nel tempo solo i semi infertili del mio lamentarmi. Non abbandonarmi permettendo che io maledica e discrediti la vita, come se questa non fosse continuamente ricreata dall'azione del tuo Spirito. Che la tua mano elevi la mia speranza al livello della luce più alta! Che la fiducia che riponi senza posa in me ispiri le mie necessarie rinascite. E che la tua presenza di amore mi insegni cosa vuol dire essere vitalmente impegnato nel qui e ora.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: