martedì 20 gennaio 2015
Francesco sotto la pioggia con sette milioni di «popolo di Dio»: il Cielo piangeva con lui e la piccola Jun, ieri in tutte le prime pagine salvo due. “Il Fatto” rimanda a p. 2: 11 righe con foto. “Repubblica” in prima lancia “Il caso”, e poi p. 20 intera, 4 foto su «Il prete pedofilo al Convegno antigay». E al Papa? Mezza p. 22, due grandi foto e 4 colonnine “Dal nostro inviato a Manila” un sommario con questa inattesa conclusione: «Cameron: “Esiste il diritto a offendere la religione”». Con Manila non c'entra niente, ma è la sentenza finale del pezzo: 4 righe forse aggiunte a Roma con risalto non del diritto di “critica”, ma del diritto di “offesa”. C'è una bella differenza, vero? Completa la pagina un'intervista dal posto: «Tagle, quel cardinale con un futuro da Pontefice… Il candidato asiatico alla successione». «Candidato»? In redazione da quelle parti tutto come le primarie dei partiti. Che dire? Niente, ma giri foglio e a p. 23 leggi: «Ecco la bolletta amica». Ti viene il pensiero che hai appena letto un “bollettino” almeno un po' non amico. Dunque a Manila il Papa e la gente commossi. Anche il Cielo piangeva: bentornati tutti! Non piangi: sorridi, ma poi (“Aletheia”, 8/1/15) ti capita di leggere che per un illustre ecclesiastico che di recente si è detto spaventato dal Sinodo tutta la crisi attuale si spiega col fatto che «dopo il Vaticano II la Chiesa si è troppo femminilizzata». Allora prendi nota che a Manila Francesco ha detto che le donne debbono avere più spazio nella Chiesa, e sorridi ancora di più. Infatti domenica in chiesa hai visto parecchie chierichette alla Messa del parroco, e ricordi che al Sinodo del 1978 certi vescovi non le volevano. Bella vita, quella della Chiesa, e certe lacrime sono un inno alla gioia della salvezza! E anche al buonumore…
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