venerdì 26 luglio 2024
Ogni giorno, un preciso rituale rigenera il cosmopolitismo di Parigi. Avviene fra un ponte e l’altro sulla Senna
La sinfonia dei ponti parigini

ANSA

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Ogni giorno, un preciso rituale rigenera il cosmopolitismo di Parigi. Avviene fra un ponte e l’altro che cavalca la Senna. Gli stessi ponti sotto i quali, come cantava Apollinaire, possono scivolare i ricordi dei sentimenti di tutta una vita.


Carichi di turisti entusiasti, i ‘battelli mosca’, o se volete i bateaux mouche, inanellano proprio un ponte dopo l’altro, dando spesso l’impressione di sfiorare le storiche arcate, in mezzo a nuove ondate sonore di stupore che finiscono per rimbombare e produrre, nell’insieme, un’inconfondibile ‘sinfonia urbana dei ponti’. Ed è soprattutto all’ingresso e all’uscita di questi passaggi, che altri turisti o parigini affacciati in alto salutano con benevolo trasporto chi transita lungo il fiume. Quotidianamente, dunque, migliaia e migliaia di scambi d’intesa e simpatia gratuiti fra sconosciuti d’ogni contrada: di certo, perché no, anche fra russi e ucraini, israeliani e palestinesi, congolesi e ruandesi.


Per chi respira ogni giorno la magia di Parigi, è questo il vero senso profondo della cerimonia fluviale d’apertura dei Giochi: quella spontanea ‘sinfonia dei ponti’, priva di registi e divi eppure tanto emozionante, offerta ora al mondo in nome di speranze da sempre custodite nel cuore dell’uomo.

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