La pandemia da Coronavirus non smette di stimolare la creatività digitale, anche in riferimento al sentimento religioso delle persone. Il 12 ottobre di ogni anno si celebra a Saragozza, in Spagna, la Festa del Pilar, giornata centrale di una settimana e più di celebrazioni, manifestazioni folkloristiche, spettacoli, concerti, iniziative culturali. E al centro di quella giornata sta la «ofrenda»: una deposizione di fiori, da parte dei pellegrini, che vanno a costituire un gigantesco manto per la Madonna del Pilar, nella piazza omonima sulla quale si affaccia la basilica che custodisce la piccola statua mariana e il «pilastro» della popolarissima tradizione. Ma quest’anno, a causa della pandemia, la festa non si è potuta svolgere, perlomeno nelle consuete forme. Ecco arrivare in soccorso della devozione e della tradizione due proposte «a distanza». C’era una semplice «ofrenda virtual» ( bit.ly/2HoR4n3 ): inserendo il proprio nome nell’apposito spazio si otteneva l’immagine dell’immensa piramide di fiori con in cima la Vergine (e in calce il proprio nome) da scaricare e condividere sui propri social. E c’era una più articolata visita virtuale ( bit.ly/3jeV9aM ): una simulazione tridimensionale che consente, esplorando la piazza, di vedere scorci dell’interno della basilica, video di spettacoli e concerti degli anni precedenti e degli altri momenti salienti della festa (l’offerta di frutti, il rosario di cristallo), e naturalmente l’offerta dei fiori, scegliendo con cura il proprio mazzetto (garofani e/o gladioli, di vari colori), indicando il proprio nome, la provenienza e un’intenzione di preghiera o un semplice messaggio e ottenendo un’altra immagine – ricordo da scaricare e condividere. Ha ragione don Luca Peyron, che mi ha segnalato quest’ultima iniziativa: anche il 3D può essere posto a servizio della devozione popolare. Magari concedendo più spazio alla componente spirituale e meno a quella turistica del pellegrinaggio.
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