Un diario settimanale per raccontare parole e gesti dell’esperienza sinodale. Scrivere – grazie ad Avvenire
– sul Sinodo dei vescovi spero aiuterà a leggerne i giorni di grazia e a condividerne attese e traguardi, facendo emergere la bellezza di una Chiesa che si ritrova a pregare e a riflettere.
L’inizio, domani, con l’avvio del ritiro spirituale. Fino al 2 ottobre, giorno di apertura del Sinodo, in un clima di preghiera, alterneremo meditazioni, silenzi e gruppi di condivisione, privilegiando la conversione nello Spirito, un metodo che tanto bene sta facendo a coloro che, grazie al cammino sinodale, l’hanno assunto come criterio ecclesiale per incontrarsi e dialogare. Ascoltarsi, imparare reciprocamente a farlo, non è mai stata un’operazione semplice, neanche nella Chiesa, e non bisogna mai dare per scontato che si è preparati.
In questi giorni, disponendo la valigia, oltre a prendere la Bibbia personale, l’Istrumentum laboris e i fogli informativi, veniva in mente – quasi come un carico di memoria da imbarcare – la positiva esperienza di ascolto e di condivisione vissuta l’anno scorso, come anche le fatiche di accettare e di accettarsi quando, spontaneamente, prevaleva il desiderio immediato di inserirsi nel dialogo senza aspettare che l’altro finisse, sempre “naturalmente” per spiegare e spiegarsi! Positività e difficoltà hanno convissuto perché siamo, contemporaneamente, incorreggibili e perfezionabili. Ed è per questo che il cammino sinodale è sempre una scuola da frequentare, anche per credere davvero che lo Spirito Santo anima e guida la Chiesa, non le nostre opinioni.
Il diario intende raccontare il viaggio sinodale che la Chiesa sta compiendo. Rincontrarsi, dopo l’esperienza dell’ottobre scorso, sarà come rinnovare l’impegno a percorrere idealmente i continenti dove la Chiesa continua ad annunciare, celebrare e operare a nome del Vangelo. Una Chiesa per questo realmente cattolica, universale. Volti e storie si mescoleranno insieme con simpatia, con il compito – direi di fede – di ascoltarsi per dialogare, accogliendo il dono della diversità ma senza per questo dividersi.
Sarà coinvolgente, al termine del ritiro spirituale, celebrare la sera del 1 ottobre una liturgia della riconciliazione, presieduta da papa Francesco nella Basilica di san Pietro. Lo immagino come un abbraccio collettivo di riconciliazione, esemplare atteggiamento per essere e vivere la Chiesa. Camminare da riconciliati rende sempre il cammino della Chiesa agevole e autentico, mentre ogni peccato – non riconosciuto o non perdonato – lo rallenta, rendendolo claudicante e incerto.
Quando ascolteremo le persone che testimonieranno di aver subito il peccato degli abusi, della guerra e quello dell’indifferenza di fronte al dramma delle migrazioni, faremo esperienza, ancora una volta, di mettere insieme la misericordia e la verità. Un allenamento da non perdere, in vista di una riconciliazione che abbracci davvero popoli e individui, a nome di una Chiesa amante dell’umanità.
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