
C’è un momento decisivo che corrisponde al percepire che un’opera frutto della fantasia sta assumendo forma verosimile, aderente alla realtà. Quel genere di sensazione che può provare uno scultore quando sotto alle sue mani la statua incomincia a prendere sembianze realistiche. Per uno scrittore, analogo sentire coincide con l’impressione che sulla pagina qualcosa riesca nell’ambizione di cogliere la vita, restituirla in modo autentico e credibile. In una lettera a un amico, lo scrittore Anton Cechov così confidava la sua soddisfazione per un racconto appena finito: «Sento che ho superato molte difficoltà, che in certi passi c’è odore di fieno». Che immagine formidabile. Un odore (forte come può esserlo quello del fieno) che emana da pagine scritte, per quanto quelle pulsano emozioni vere. C’è tutto. In un’altra lettera, questa rivolta a uno scrittore, lo stesso Cechov si complimentava dichiarando: «Voi sentite in modo superlativo. Siete plastico, cioè nel raffigurare una cosa la vedete, la palpate con le mani. Questa è vera arte». Le invenzioni devono trovare una forma corrispettiva che sia materica, plastica. Modellata e lavorata al punto giusto, un punto tale da coinvolgere i nostri sensi di fronte a immagini descritte attraverso parole. L’odore del fieno, quello va tenuto a mente.
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