
C’è qualcosa di plateale ma anche di magistrale nella scelta di uscire di scena della cantante Mina, nel lontano 1978. Lo ha bene interpretato il figlio, Corrado Pani, in una dichiarazione lapidaria quanto densa di suggestioni. «Mia madre ha abbandonato il suo personaggio» ha dichiarato a commento della scomparsa dalle scene di lei, Mina, lei la cui voce resta la più potente, struggente e amata tra le tante della nostrana canzone d’autore.
Dov’è il magistero? Nella ritenutezza di tenere gli effetti della svolta per sé, non condividerne con “il mondo” la conseguente portata liberatoria, e nemmeno la complessità. Magistero di un’arte di sparire, che paradossalmente si lega alla “visibilità” del gesto di quel “lasciare un personaggio”. Anti-pirandelliana, l’immagine di personaggi abbandonati al pari di maschere, travestimenti o altra sorta di artifici da figurarsi nella loro concretezza. Burattino, il personaggio “lasciato” in terra, come fosse sotto l’ammasso dei suoi stessi fili. Pare che Mina si tappi occhi e orecchie quando le succede di rivedersi in televisione. A noi piace immaginare libera la sua persona, sgravata dalla zavorra di quel personaggio che etereo e abbandonato, lo stesso, grazie alla sua sempiterna magnetica voce, continua a farsi adorare da moltissimi.
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