Sulle fondamenta dei maestri che ci hanno preceduto costruiamo il nostro futuro, ma occorre curare la memoria, attingere all’eredità, valorizzarne il messaggio. È questa catena, questo filo rosso di santità, che attraversa la storia e dona un volto profetico alle comunità locali. Così quella di Todi ha nella sua identità il segno lasciato da san Benigno, sacerdote e martire che morì a cavallo del III e del IV secolo, seguendo la sorte dell’antico pastore sulla cattedra di Todi, san Terenziano, martirizzato forse nell’anno 138. La tradizione racconta che Benigno fu scelto e ordinato sacerdote grazie alla sua specchiata moralità e alla sua generosità. Affrontò senza timore la prova estrema del martirio, morendo da testimone nel corso dell’ultima persecuzione di Diocleziano e Massimiano. Fu poi seppellito lungo la strada tra Todi e il Vicus Martis (Massa Martana): quel luogo prese poi il nome di San Benigno e vide più tardi sorgere un oratorio e un monastero benedettino. Nel 1440 le benedettine furono trasferite in città e vi portarono pure il corpo dell’antico martire. Dopo diverse traversie, nel 1904 le sue reliquie furono infine spostate nell’altare maggiore della chiesa di San Silvestro, dove sono contenute in un’urna d’argento del 1679.
Altri santi. San Martiniano, eremita (IV-V sec.); san Fulcranno di Lodeve, vescovo (X-XI sec).
Letture. Romano. Giac 1,12-18; Sal 93; Mc 8,14-21.
Ambrosiano. Qo 3,10-17; Sal 5; Mc 12,18-27.
t.me/santoavvenire
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