Nuove disposizioni e accordi di settore ridisegnano molti aspetti del lavoro giornalistico. Sul lato previdenza, il decreto legislativo n. 69 del 15 maggio scorso completa la riforma della previdenza Inpgi, avviata nel 2015 dal decreto n.148. Il decreto attuale, che entra in vigore il 13 giugno, stabilisce un aumento dei requisiti e nuovi criteri per l'accesso alla pensione anticipata dei giornalisti. Ridefinisce inoltre gli stati di crisi delle aziende editoriali e prevede la cassa integrazione per giornalisti, pubblicisti e praticanti, indipendentemente dal numero degli occupati nell'azienda. In tema di esodi, aumentano i requisiti per i prepensionamenti. E' ammesso alla pensione di vecchiaia anticipata chi possiede almeno 25 anni di contributi (invece dei 18 finora previsti) interamente accreditati presso l'Inpgi e, per gli anni 2017 e 2018, un'età per le donne di almeno 58 anni e per gli uomini di 60 anni. Si aggiunge poi l'adeguamento alla speranza di vita come nel sistema generale. L'anticipo di questo pensionamento non può avvenire per più di cinque anni prima della maturazione dei requisiti per la vecchiaia ordinaria. Gli esodati, infine, non possono avere rapporti di collaborazione giornalistica. Un ulteriore decreto (n. 70, ancora del 15 maggio scorso) regola nell'ottica della trasparenza il sistema dei contributi all'editoria.
Media locali. Al decreto 69 sui prepensionamenti Inpgi, si accompagna il nuovo contratto nazionale di lavoro giornalistico nelle imprese radio e tv che operano in ambito locale e nelle agenzie che offrono servizi locali di informazione (Contratto Aeranti-Corallo e Federazione nazionale della stampa). L'accordo decorre dal 9 marzo scorso e fino al 31 dicembre 2018.
Dopo una lunga e complessa trattativa e con riferimento alla riforma pensionistica dell'Inpgi, il contratto stabilisce che il rapporto di lavoro può essere risolto dall'azienda se il giornalista ha raggiunto i requisiti - interamente presso l'Inpgi e con la gradualità della riforma - per la pensione ordinaria oppure per la pensione anticipata. Quest'anno valgono per la vecchiaia degli uomini i 66 anni di età; per le donne si parte dai 64 anni che salgono poi gradualmente nel 2018 e nel 2019. Per la pensione anticipata sono richiesti 62 anni di età e 38 di contributi (39 anni nel 2018 e 40 anni nel 2019). Dal 2018 si aggiungono 7 mesi per la speranza di vita.
Free lance. I free lance usufruiscono delle nuove tutele previste dal Jobs Act Autonomi approvato il 10 maggio scorso. Il provvedimento tuttavia è senza effetti, non essendo ancora apparso sulla Gazzetta Ufficiale.
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