I sacerdoti che hanno fatto ricorso contro un provvedimento dell'Inps possono riporre le speranze di ottenere una decisione in tempi brevi. Ogni verdetto sui contributi e sulle pensioni di vecchiaia e di invalidità, oggetto di controversie, spetta esclusivamente al Comitato che gestisce il Fondo di previdenza per il clero e per gli altri ministri di culto. Ma il Comitato non c'è.
L'organo che deve provvedere alla gestione della previdenza sacerdotale deve essere nuovamente costituito, essendo da tempo scaduto il mandato dei precedenti membri del Comitato. La legge che regola il Fondo (n. 903/1973) prevede che il Comitato di vigilanza venga rinnovato con decreto ministeriale, ogni quattro anni, con questa composizione: due funzionari dei ministeri di controllo, cinque rappresentanti del clero cattolico indicati dalla Faci (Federazione tra le associazioni del clero), due rappresentanti delle altre confessioni.
In vista del rinnovo della composizione dell'organo, sia la Faci sia le altre confessioni religiose hanno comunicato al ministero, lo scorso mese di febbraio, i propri rappresentanti da nominare per il prossimo quadriennio. Gli uffici ministeriali hanno il compito di prendere atto dei nominativi indicati e di stilare il decreto di legge. Anche questa volta la burocrazia ministeriale ha tenuto fede alla sua immagine negativa. Otto mesi non sono bastati per far venire alla luce un provvedimento ministeriale fra i più semplici, e ancora non si prevede la conclusione di questa interminabile attesa. Ne soffrono i sacerdoti che sin dallo scorso anno hanno presentato un ricorso per far valere i propri diritti, ma anche lo stesso Inps che non ha potuto raccogliere dal Comitato del Fondo l'approvazione del bilancio finale della gestione 2009. Inoltre, all'esame dei nuovi consiglieri dell'organo sono appese rilevanti questioni, come l'operazione «estratto conto», inviato per la prima volta anche ai sacerdoti e che ha messo in luce una particolare concentrazione di omissioni contributive negli anni 1984-1987, difficilmente imputabile ai singoli iscritti. La recente manovra finanziaria ha inciso tuttavia sulla composizione del Comitato che, secondo una dubbia interpretazione, dovrebbe ridursi a sei membri. Una riduzione che non incide però sulla emanazione del decreto di nomina. Spetta infatti alle singole confessioni e ai ministeri ritirare alcuni dei propri rappresentanti, operazione interna al nuovo organo.
Acconto Irpef. I redditi di alcuni sacerdoti possono subire una riduzione per l'anno 2010, tale da determinare un acconto Irpef per lo stesso 2010 inferiore a quello che risulta dalla liquidazione del modello 730 presentato ad un Caf. In questa ipotesi, gli interessati potranno comunicare all'Istituto centrale per il sostentamento la nuova misura della seconda rata Irpef del 2010. La comunicazione deve essere consegnata all'istituto diocesano che ha in carico la loro posizione contabile entro il prossimo 30 settembre.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: