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l traguardo del 730 comincia ormai a intravedersi: la bandiera a scacchi sventolerà il 30 settembre. C’è insomma a disposizione ancora un mese scarso per adempiere alla dichiarazione 2024 relativa ai redditi e agli oneri detraibili del 2023 (ovviamente laddove ricorra l’obbligo). Poi l’unica opzione possibile resterà, entro il 31 ottobre, quella del Modello Redditi (ex Unico) con la differenza, però, che il “Redditi” non garantisce tempi di rimborso brevi perché il credito, qualora spettasse, non verrebbe rimborsato dal datore di lavoro sulla busta paga bensì dall’Agenzia delle Entrate nell’arco di uno/due anni. Quindi ragione di più per affrettarsi e approfittare del 730 (per ogni info ulteriore sull’assistenza che fornisce CAF ACLI c’è il sito cafacli.it). Nel 2024, oltretutto, il 730 ha conosciuto alcune novità significative: pur restando indubbiamente il modello di lavoratori dipendenti e pensionati, la sua platea di potenziali contribuenti si è allargata grazie all’inclusione di altre fonti reddituali come le cripto-valute o i capitali esteri, in passato dichiarabili solo sull’ex modello Unico. A parte questo, ci sono anche altre novità da segnalare. Ad esempio sulle detrazioni per i figli a carico, rimpiazzate (leggi: azzerate) su tutti e 12 i mesi dall’Assegno Unico. Resta fermo che i dati dei figli vanno comunque indicati nel prospetto dei familiari a carico per non perdere il diritto alle altre detrazioni – queste sì spettanti – sulle spese sostenute per loro (mediche, sportive, scolastiche, universitarie, ecc). C’è poi il vasto capitolo dei bonus casa. Superbonus in primis. Questo del 2024 è infatti il modello decisivo per scegliere la suddivisione in 10 rate annuali, anziché nelle canoniche 5, per le spese di Superbonus effettuate nel 2022, in deroga al cosiddetto “principio di cassa” che vuole al contrario detraibili solo le spese sostenute nell’anno precedente. Nel 2022 era ancora in vigore la maxi-aliquota del 110%, poi scesa al 90% nel 2023. Quindi, tornando al principio di cassa, chi avesse voluto detrarre in soli 5 anni le spese del 110% effettuate nel 2022, avrebbe dovuto dichiararle nel 730/2023. Il fisco però ha voluto chiudere un occhio, dando la possibilità di “assorbire” l’intera detrazione in 10 anni a tutti coloro che – causa una risicata capienza fiscale – non avrebbero potuto ammortizzarla nella metà del tempo, a condizione però di far partire la rateazione del bonus nell’attuale Modello 730/2024, distinguendo così i contribuenti con rateazioni da 10 e da 5 anni (queste ultime, appunto, concentrate nei modelli già presentati nel 2023).
Contributo a cura delle Acli
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