Si è appena conclusa a Cefalù l'edizione 2017 del convegno biennale che la Comunità del diaconato in Italia ( tinyurl.com/y7xuduvg ) rivolge ai diaconi permanenti e al loro ministero. Interrogo con la parola “diaconato” i robot aggregatori e vedo con piacere che la copertura delle fonti ecclesiali è stata abbastanza esauriente. Del resto, le giornate del convegno, co-organizzato dall'Ufficio Cei per la Pastorale della salute e dalla diocesi ospitante, declinavano con ricchezza di autori e di spunti il tema di quest'anno: «Diaconi educati all'accoglienza e al servizio dei malati».
Mi sono soffermato a considerare queste cronache essendomi reso conto, in controluce, dell'abituale assenza dei diaconi permanenti dalla blogosfera ecclesiale. Sul versante strettamente informativo, se ne è parlato di recente soprattutto per il fatto che Papa Francesco ha istituito, giusto un anno fa, una commissione di studio sul diaconato delle donne. Mentre il profilo del diacono “custode del servizio nella Chiesa”, tracciato dallo stesso Francesco rispondendo a una domanda lo scorso 25 marzo, è rimasto assorbito tra i tanti eventi della visita milanese.
Anche la presenza diretta di diaconi su web e social network mi pare, a una prima occhiata, fin troppo discreta. In attesa di essere smentito e di ricevere decine di link ai luoghi digitali sui quali i diaconi permanenti parlano del loro prezioso ministero, trovo che – Google dixit – esistono siti dei diaconi di Milano, Rimini, Modena, Asti, Oppido Mamertina, Palmi, Tivoli, Brescia, Trento, Padova e Caserta; ma mi ci vogliono otto schermate per contarli tutti. Non a caso Angela Ambrogetti, nel presentare su Acistampa, il 24 luglio scorso, il convegno siciliano ( tinyurl.com/y7ed5hof ), s'è giocata il titolo: “Diaconato permanente, questo sconosciuto”. Il che, a cinquant'anni dalla sua restaurazione e nell'era dei “sovraccarichi informativi”, è davvero sorprendente.
Wikichiesa va in vacanza. L'appuntamento coi lettori è per mercoledì 23 agosto
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