Capita che anche sotto l'apparenza di scherzo, e dove meno lo prevedi, ti imbatti in verità più grandi e più inattese. Ieri sul "Corsera" (p. 45, sul «Papa uomo dell'anno») consueta vignetta firmata "Nidasio", di solito garbatamente mordace, con dialogo a due. Domanda: «Ma perché un Papa gesuita si comporta come un francescano?» Risposta secca: «Perché è gesuita!». Ci pensi su e ti accorgi che la battuta ha – sì – un senso immediato furbetto e un po' di maniera appoggiato sulla solita fama dei Gesuiti, quelli che nel detto popolare vengono indicati come coloro dei quali neppure Dio sa «quello che pensano». Poi però ci ripensi e ricordi che «francescano» viene da Francesco, uno che – usando un verso di Dante – «a Cristo più s'assomiglia», e che «gesuita» viene da Gesù. Già: il vero modello per veri francescani e veri gesuiti è uno solo, identico: Gesù, quel Gesù di Nazareth nel quale il Verbo del Padre si è fatto "Emanuele", Dio con noi. Dunque risulta che quel modello, francescano vero e gesuita vero, ha un brevetto col timbro del Natale, della Croce e della Resurrezione, e ora anche che quel modello appare così travolgente da convincere il mondo al riconoscimento di «Uomo dell'anno».
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