Una mala gestione, risalente a diversi anni fa, dei versamenti al Fondo Clero si riflette ancora oggi sui pensionamenti degli iscritti (segnalato dal lettore D.F. di Pescara).Gli attuali archivi dell'Inps custodiscono in tutta sicurezza i dati previdenziali, e sono duplicati in un deposito segreto a prova di qualsiasi intrusione. Ma prima dell'automazione, le registrazioni venivano eseguite su schede cartacee. Con il tempo, ma anche per una colpevole incuria, molte delle vecchie schede si erano deteriorate e divenute illeggibili. Nell'impossibilità di attribuire con certezza le antiche scritture (in alcuni casi introvabili), l'Inps le ha registrate come assenza di contributi nel conto dei sacerdoti, con una particolare concentrazione nel periodo 1981-1984. Non pochi iscritti scoprono solo oggi di non avere contributi sufficienti per la pensione. Per l'Inps, i richiedenti non hanno pagato il dovuto di quegli anni e quindi le domande di pensione vengono respinte.In realtà i versamenti dell'epoca sono stati certamente effettuati. Lo garantisce il regime della "congrua" in vigore fino al 1984, anno di avvio del nuovo sistema di sostentamento. I contributi previdenziali, collegati alla congrua, erano infatti versati dalla Ragioneria provinciale dello Stato. Molte delle Ragionerie sono tuttora in grado di documentare i vecchi versamenti, anche se venivano effettuati collettivamente a favore dei sacerdoti nella provincia. Essendo rilasciate da un ente pubblico, queste documentazioni hanno piena efficacia "ora per allora", in grado di superare ogni riluttanza degli uffici della previdenza, peraltro dimentichi dell'origine di queste complicazioni.Prescrizione. La situazione si complica infatti maggiormente quando la Ragioneria non è in grado di offrire documenti idonei, né il sacerdote ha conservato carte dell'epoca. I periodi vuoti sono ormai colpiti dalla prescrizione, che impedisce allo stesso Inps di accettare un'eventuale ripetizione dei vecchi pagamenti.Un possibile rimedio è quello di consentire anche nel Fondo Clero, per le situazioni oggettive di mancati versamenti, la "costituzione di rendita vitalizia", una forma di tutela riservata ai lavoratori dipendenti contro le omissioni contributive del datore di lavoro. La legge sulla rendita risale al 1962 e risente della cultura dell'epoca la Cassazione e la Corte costituzionale l'hanno riconosciuta infatti anche ai co.co.co. e ai collaboratori di artigiani e commercianti. Si tratta quindi di una norma a carattere universale e che non può escludere il Fondo clero, in quanto gli iscritti non sono direttamente coinvolti negli obblighi contributivi.
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