Notizia: “Netturbini in sciopero”. In tema a Roma e dintorni tre strade dedicate a don Ariodante Brandi. Paolo VI nel 1966 ricordava proprio agli spazzini queste sue parole come testamento spirituale: «Guardate che il vostro lavoro è una cosa grande, degna di essere amato e rispettato». Lui nasce a Roma il 27 agosto 1883 e presto si interessa ai problemi sociali. La “Rerum novarum” di Leone XIII arriva 7 anni dopo. Da ragazzo avvicina spesso gli operai. Vuol farsi prete: entra al Collegio Capranica e porta parecchi libri di economia, politica e sociologia, ma li deve rimandare a casa: le regole non consentivano certe letture. Ordinato prete il 21 settembre 1907 poté riaverli.
È vice parroco a San Lorenzo in Damaso e l'11 marzo 1910 esce entusiasta
da una conferenza per il ventennio dell'enciclica per i diritti dei lavoratori, allora costretti ad iscriversi alle Camere del Lavoro di ispirazione socialista o massonica. Si impegna, e una sera uscendo dal Vicariato di via della Pigna incontra 3 spazzini che giocano a Morra sotto un lampione. Cordialità immediata, e qualche sera dopo 9 di loro sono nella soffitta di San Lorenzo in Damaso con lui e con il sociologo belga monsignor Pottier: suggerimenti concreti. Due giorni dopo furono in 100, per eleggere un Comitato per i diritti e per l'analisi delle pessime condizioni economiche e morali degli spazzini: salario molto insufficiente al costo della vita, analfabetismo di massa, alcolismo e tubercolosi fanno strage. Un successone! Le Camere del lavoro in pochi giorni perdono 300 operai e convocano un'assemblea nella Casa del Popolo in via Capo d'Africa, ma con risultato clamoroso: i loro rappresentanti sono cacciati dall'assemblea che decide uno sciopero di 4 giorni. Il sindaco Ernesto Nathan prima minaccia il licenziamento dei ribelli, poi è costretto a concedere un aumento di salario di circa il 20% di paga. Celebre fu anche l'opposizione dei seguaci di don Brandi all'adozione di una scopa a manico corto più maneggevole, progettata dall'assessore Alberto Pavoni, ma che costringeva a lavorare quasi piegati a terra, con conseguenti dolori alle articolazioni. Pavoni si dimise, e nel 1909 le sue Scope Pavoni furono bruciate dagli operai, e così per un giorno Roma non fu spazzata! Oggi capita mai di vedere Roma non spazzata? Successe allora…Don Ariodante ovviamente curò anche l'assistenza religiosa degli spazzini. Singolare l'iniziativa di due suoi discepoli: nei giorni festivi depositavano le loro scope all'ingresso di una chiesa. A Messa, ma dando ragione della loro momentanea pausa. Lui nel 1914 ottiene la riapertura dei “Sacconi rossi” all'Isola Tiberina, e salva dalla distruzione il celebre Oratorio. È anche “cappellano della buona morte” nella chiesa di via Giulia, con l'impegno a recuperare e seppellire i morti sconosciuti nelle campagne. Di qui a Roma fino ad oggi la cura dei cimiteri è affidata agli enti comunali della spazzatura. Arrivano anche tempi difficili. Il regime fascista non tollera sindacati indipendenti, e lui su suggerimento del cardinale vicario Marchetti Selvaggiani cambia il nome del gruppo in “Pia Opera”: evidente il suo carattere spirituale affidato alla Madonna della Strada giunge ad avere oltre 6000 tesserati: spazzini, autisti Atac, facchini dei Mercati Generali, accalappiacani, giardinieri comunali e nel 1936 ben 900 sottufficiali di polizia. Negli anni difficili di guerra e dopoguerra per molte famiglie fu la possibilità di alloggio, vestiario e mobilio. Nota la sua devozione al Papa manifestata in tante udienze straordinarie dal 1934 in poi. Il 19 marzo 1959 papa Giovanni lo accolse nell'Aula delle benedizioni con più di 3000 netturbini, presiedendo la celebrazione del precetto pasquale. Ultima perla: più volte rifiutò la nomina a “monsignore” sorridendo e ricordando che «siamo servi inutili». Il suo cammino terreno si concluse l'11 aprile 1963, Giovedì Santo, stesso giorno in cui papa Giovanni firmò la “Pacem in terris”. Affollatissimo e carico di emozione il suo funerale, il 16 aprile, con le lacrime di operai, in primo luogo dei suoi “spazzini”, loro anche oggi in sciopero: “Precariato e paghe basse”. Storia “maestra di vita”? E chi lo sa?.
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