Un «Comunicato emergenza "Coronavirus"» campeggia da venerdì pomeriggio sui siti della diocesi di Lodi ( bit.ly/2T4f9C8 ) e del quotidiano locale "Il Cittadino"; ieri mattina ne ha prontamente riferito "Avvenire" ( bit.ly/37QROcr ). Firmato personalmente dal vescovo di Lodi, monsignor Maurizio Malvestiti, esprime, annunciando la sospensione delle Messe festive e la conseguente dispensa dal precetto nei paesi interessati, la misura di quanto, davanti a grandi prove, la comunità cristiana e quella civile sono intrecciate. Conferma anche che, in situazioni dove conta anche la rapidità delle comunicazioni, le piattaforme digitali, se ben usate, mostrano il loro lato migliore. Infatti, quasi contemporaneamente i vescovi delle Filippine affidavano alla Rete ( bit.ly/2vWZnRk ) e in particolare ai social network una breve serie di disposizioni, presentate dal presidente monsignor Romulo Valles, volte a ridurre il rischio che le celebrazioni quaresimali e del Triduo pasquale espongano i fedeli a un eventuale contagio.
I "soli" duemila chilometri che separano Wuhan da Manila suggeriscono molta prudenza alle autorità, comprese quelle ecclesiastiche (si tratta del Paese che conta, di gran lunga, la maggiore comunità cattolica di tutta l'Asia). In gennaio avevano già raccomandato ai preti di distribuire regolarmente la comunione nella mano e di proteggere le grate dei confessionali, e ai fedeli di non darsi la mano né durante il Padre nostro né come segno di pace. Ora chiedono di spargere le ceneri sul capo anziché segnare con esse la fronte e di non baciare né toccare la croce durante la celebrazione del Venerdì santo. Da Lodi come da Manila i vescovi non mancano di trasmettere online anche il loro sostegno spirituale ai malati e all'intera comunità. Monsignor Valles non esita anzi a porre sotto il segno della carità fraterna «la massima cura e il massimo impegno per prevenire la diffusione del Covid-19».
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