Nella sala capitolare dell'abbazia di Morimondo - un gioiello dell'architettura cistercense alle porte di Milano – c'è una mappa in legno dell'Europa. Un puntino nero centrale rappresenta Morimond, in Alsazia, sede della casa madre. Da quel puntino si dirama una fitta rete di fili che raggiungono tante località del continente e oltre, finanche in Siberia: sono le 250 fondazioni figlie di Morimond. Con la forza disarmata della fede, migliaia di monaci in pochi anni donarono rinnovato slancio al carisma benedettino rivisitato da san Bernardo, e infusero nuova linfa all'Europa. E nel cuore della Val Padana, seguendo la regola dell'ora et labora, nel 1134 tredici confratelli diedero inizio alla costruzione di una dimora dove l'ideale a cui conformarsi era quaerere Deum, cercare Dio. Erano consapevoli che soltanto Lui poteva saziare il loro cuore assetato di felicità, e che anzitutto di Lui aveva bisogno la società in cui vivevano. La bonifica delle paludi che popolavano le pianure circostanti, il fiorire dei campi che andavano sostituendo gli acquitrini, lo sviluppo di un'attività agricola che avrebbe arricchito quelle terre furono i frutti che nel tempo nacquero dalla loro dedizione all'Ideale. Una nuova civiltà veniva partorita da uomini innamorati della Bellezza.
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