Con diversi accenti il sito “Bufale.net” ( tinyurl.com/y2sbl2uj ) e, successivamente, la sezione fact-checking del quotidiano online “Open” ( tinyurl.com/y6n7yeka ) stigmatizzano il fatto che circoli sui social network, aspramente commentata, un'affermazione falsamente attribuita al cardinal Jean-Louis Tauran a proposito della «necessità» che Benedetto XVI rinunciasse al pontificato e di un prevalente mandato politico «immigrazionista» del pontificato di Francesco. Mentre c'è da rallegrarsi del contrasto fornito a una così grossolana fake-news, non merita neppure riportarla. Interessante piuttosto vedere le differenti argomentazioni portate dalle due voci che la sconfessano. Il post di “Bufale”, assai lungo e documentato, si concentra sull'immoralità dell'operazione, che ha esposto agli insulti del «complottismo e sovranismo da tastiera» una persona scomparsa (il cardinale è morto nel luglio del 2018); ricorda che il dileggio digitale lo colpì già quando annunciò con qualche fatica, dovuta alla malattia, l'elezione di Francesco e richiama alcuni elementi della sua biografia che escludono una sua benché minima distanza da Benedetto. Un po' più brevemente “Open”, che segnala il personaggio televisivo Alessandro Meluzzi tra i propagatori di questo falso, denuncia l'impopolarità del cardinal Tauran presso gli islamofobi e la collega con l'ultimo incarico ricoperto, quello di presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, attribuitogli peraltro proprio da Benedetto XVI. Da parte mia aggiungo che il cardinal Tauran è stato uno dei più fini diplomatici che abbiano servito la Santa Sede negli ultimi anni: in quanto tale ha ricoperto dal 1990 al 2003 – cioè per tutta la seconda metà del pontificato di Giovanni Paolo II – l'incarico di “ministro degli esteri” vaticano. Non solo non avrebbe mai pronunciato, nemmeno in un contesto confidenziale, una frase come quella attribuitagli, ma gli sarebbe stato impossibile anche solo pensarla.
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