Renzo Arbore, come pochi altri, è stato un innovatore della televisione. Lo è stato senza ricorrere a effetti speciali, basandosi spesso sul suo spirito goliardico (ancora attivo a 86 anni suonati), che poi è solo l’aspetto più appariscente di un grande artista a tutto tondo (musicista, cantante, attore, regista, conduttore…) capace di confrontarsi con tutte le forme nobili dello spettacolo senza mai dimenticare che spettacolo vuol dire anche leggerezza e divertimento. Fatto sta che tutte le volte che è apparso in tv (L’altra domenica, Quelli della notte, Indietro tutta…) ha lasciato il segno, come lo ha lasciato in radio (Bandiera gialla, Alto gradimento…). Doveroso, pertanto, concedergli uno spazio all’inizio di questo settantesimo anniversario della nascita ufficiale della televisione in Italia con una versione inedita e rinnovata di Appresso alla musica - Premiata bottega di antiquariato musicale, programma di Rai Cultura, scritto dallo stesso Arbore con Gegè Telesforo (che insieme lo conducono) e Ugo Porcelli, in onda il giovedì su Rai 2 in seconda serata, com’è giusto che sia, visto che in qualche modo Arbore l’ha pure inventata. In venti imperdibili appuntamenti, vengono riproposti momenti indimenticabili delle esperienze dell’artista foggiano nel mondo dell’intrattenimento, offrendo uno sguardo esclusivo sulle esibizioni di alcune leggende della musica. Tra le perle della seconda puntata, giovedì scorso, tanto per fare degli esempi, Gianni Morandi venticinquenne che a Speciale per voi nel 1970 canta come Claudio Villa avrebbe cantato Storia d’amore di Celentano e Andrea Bocelli che interpreta con voce tenorile Il materasso, la famosa sigla finale di Quelli della notte del 1985. Per non dire dell’emozionante e poetica interpretazione della canzone napoletana Era de maggio da parte dell’Orchestra italiana al Teatro dell’opera di Roma nel 2004.
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