Un centinaio di operai tarantini, che hanno lavorato a bordo di navi e sommergibili degli Stati Uniti, o ceduti nel dopoguerra all'Italia, sono stati colpiti dall'asbestosi o dal mesotelioma, a distanza anche di trenta anni dall'esposizione alle micidiali fibre dell'amianto. Gli ammalati - e in molti casi i familiari superstiti - premono ora per ottenere il «risarcimento americano» e il riconoscimento della malattia professionale da parte dell'Inail, reso però difficile dalla presenza di diversi requisiti.
È l'ennesimo episodio di cronaca sull'«amianto killer», che denuncia l'urgenza di una soluzione definitiva al problema degli indennizzi messi a disposizione dalla previdenza.
La legge 257/1992 ha previsto un aumento variabile (1,50 o 1,25%) dei contributi dei lavoratori esposti all'amianto, utile per il diritto o per la misura della pensione Inps. La successiva legge 247/2007 ha condizionato il beneficio al rilascio di una certificazione dell'Inail. limitatamente ai periodi di esposizione alle polveri e alle fibre di amianto avvenuta fino al 2 ottobre 2003. Inoltre il ministero del Lavoro e lo stesso Inail, per i soliti motivi finanziari, hanno ridotto il numero dei siti aziendali accertati a rischio amianto, specificando i singoli reparti e le aree produttive utili al riconoscimento dell'indennizzo pensionistico dell'Inps.
Il Tar del Lazio (sentenza 5750/2009) ha in seguito annullato in parte questi provvedimenti.
Si assiste negli ultimi tempi ad un fiorire di sentenze giudiziarie favorevoli ai lavoratori le cui richieste erano state respinte dall'Inail e dall'Inps. I due enti tendono ora ad accordi extragiudiziali.
Fondo Amianto. Dal 2007 è in vigore il «Fondo per le vittime dell'amianto» (legge 244), il cui Regolamento applicativo ha visto la luce solo nel gennaio di quest'anno.
Tuttavia, il diritto alle prestazioni del Fondo è limitato ai titolari di rendita che hanno contratto patologie riconosciute dall'Inail per esposizione all'amianto e alla fibra fiberfrax. Ne beneficiano anche i familiari solo se sono titolari di rendita ai superstiti, e se la patologia ha concorso alla morte del lavoratore. Nessun indennizzo, invece, per chi è stato esposto all'amianto in ambiente non lavorativo e non è stato riconosciuto dall'Inail. I più interessati sono i familiari conviventi dei lavoratori e gli abitanti delle case che confinano con siti o ambienti contaminati.
Il Fondo stabilisce il pagamento di una «prestazione aggiuntiva» dell'Inail dall'anno 2008, pari al 20% o al 15% della rendita. Le prime liquidazioni sono iniziate lo scorso mese di ottobre e, secondo il calendario stabilito, deve essere completato entro questo mese il pagamento delle prestazioni relative agli anni 2008-2009. Le prestazioni relative al 2010 saranno liquidate entro il 30 giugno 2012.
Sullo sfondo del problema previdenziale, appare ancora irrisolto lo smaltimento dell'amianto nelle fabbriche dismesse o non ancora censite nei Piani di bonifica.
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