Accanto a un cuore che soffre c’è Dio: è lui che ci prende per mano e ci accompagna nei momenti più bui. E può farlo perché anche lui, nella sofferenza e nella morte di Cristo crocifisso ha attraversato il dolore e l’abbandono. E abbandonata all’abbraccio dell’amore di Dio visse l’intera esistenza santa Caterina de’ Ricci, al secolo Sandrina. Nata a Firenze nel 1523, rimase orfana di madre a cinque anni. Accolta nel monastero benedettino di San Pietro in Monticelli, fin da piccola sentiva forte il desiderio di meditare il mistero della Passione di Cristo. Scelse di entrare nel monastero domenicano di San Vincenzo di Prato, ma dovette vincere la resistenza del padre, il quale diede il proprio assenso solo quando la figlia cadde gravemente malata. Nel 1535 iniziò il suo cammino nel Terz’ordine regolare di San Domenico, ma il percorso, a causa delle sue profonde esperienze mistiche (la prima la ebbe nel 1542) e delle guarigioni miracolose che viveva spesso, fu segnato da numerose incomprensioni da parte delle consorelle. Per Caterina non mancò l’impegnò nell’apostolato, anche grazie ai rapporti epistolari con molti santi del suo tempo. Attorno a lei si ritrovò un gruppo di “discepoli”. Morì nel 1590 ed è santa dal 1746.
Altri santi. San Burcardo, vescovo (VIII sec.); beato Andrea Carlo Ferrari, cardinale (1850-1921).
Letture. Presentazione del Signore. Romano. Ml 3,1-4; Sal 23; Eb 2,14-18; Lc 2,22-40.
Ambrosiano. Ml 3,1-4a; Sal 23; Rm 5,8-12; Lc 2,22-40.
t.me/santoavvenire
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