A ciascuno una notizia che plachi la sua quotidiana inquietudine
mercoledì 25 marzo 2020
Mi era già capitato di riflettere sull’information overload, ovvero sul fatto che grazie al digitale siamo esposti a un sovraccarico di informazioni senza avere gli strumenti per affrontarlo. Ma un conto è analizzare a freddo un fenomeno, oltretutto essendo più dotati di altri di strumenti per difendersene. Un conto è sperimentarlo come ingrediente di una crisi che è già di per sé drammatica. Complice anche l’inopinata crescita del tempo libero, ognuno di noi vive in questi giorni un sovraccarico straordinariamente pesante tutto concentrato su un unico argomento, l’epidemia da coronavirus in corso, del quale siamo anche – volenti o nolenti – i soggetti. Per molti, un vero fardello. Così, dalla mia condizione privilegiata di operatore dell’informazione mi ritrovo a fare due cose: da un lato ampliare e approfondire la mia “rassegna web” su fede, Chiesa e coronavirus; dall’altro moltiplicarne i destinatari rispetto a quelli professionali. In altre parole: se ho sempre pensato che tra le cose belle del mio mestiere rientri l’essere pagati per leggere il giornale (o navigare online), mi chiedo perché non farlo in questi giorni con un pizzico di gratuità in più, inoltrando individualmente notizie o commenti a coloro a cui possono fare del bene. Al vicino di casa che ha cancellato dal suo profilo social l’immagine della «candela della speranza» credendo alla bufala di un rito satanico, potrei mandare il link alla smentita ( bit.ly/2wx2DDG ). Alla zia che ha imparato a seguire la Messa ogni domenica in streaming, l’articolo su come «parteciparvi» correttamente ( bit.ly/2vLo0kl ). All’amico ansioso su come andrà a finire e a quello che vuole sapere cosa ci sta dicendo Dio con questo flagello, la riflessione di quel teologo gesuita di cui tanti hanno stima ( bit.ly/2xpsiy8 ). All’amica che si interroga su chi conforterà cristianamente i morenti negli ospedali, il mandato affidato da un bravo vescovo a medici e infermieri ( bit.ly/2UcH2tg ). Lo farò, anche se saranno solo gocce nel mare della nostra quotidiana inquietudine.
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