Talora basta un titolo e capisci tutto: «La missione di Mario: convincere la Chiesa a rinunciare ai privilegi». Sabato titolo steso (non in apertura) su due pagine (2 e 3) del "Fatto Quotidiano". Dall'alto di un'indiscussa competenza nel genere loro danno un "mandato" specifico al premier in udienza dal Papa, e lo enunciano testualmente subito dopo: «La questione dei soldi». Nel caso, giacché ci sono, aggiungono un'interpretazione strampalata, tutta loro, attribuendola allegramente (con rettifica e scuse il giorno seguente) addirittura al direttore di questo giornale. Colti sul fatto, dunque, quelli del "Fatto" che assegnano la «missione» a «Mario»: "S/propaganda fide", o "Propaganda s/fide", a volontà. È stile abituale, da quelle parti. E infatti sempre ieri, sempre nel genere dei fini prefissati – «Quando il direttore del "Fatto Quotidiano" firmava appelli per il fondo all'editoria» – "L'Unità" (p. 33) annota che oggi «Il Fatto… attacca con toni inquisitori i giornali che usufruiscono del finanziamento pubblico», eppure «fino a poco fa molti degli smemorati colleghi del "Fatto" si battevano in difesa dei giornali "imbottiti di soldi pubblici"». E così lì stesso (p. 33) leggi per intero un appello (1/8/2006) nel quale anche l'attuale direttore del "Fatto", allora direttore proprio de "L'Unità", difendeva i fondi pubblici per i giornali d'idee. Insomma: «Soldi, sempre soldi, fortissimamente soldi». Una fissa di una buona congrega di giornalisti e giornali nostrani: pensano sempre alla "roba", insomma ai soldi, e sono sempre contro, a patto che si tratti sempre e solo di quelli degli altri, sui quali in tono sbrigativo – Mario, datti da fare! – assegnano categoriche «missioni»… Anche ai presidenti del Consiglio italiani in udienza dal Papa.
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