Giovedì (30/12 "Corsera", p. 30: «In Vaticano l'Autority antiriciclaggio») M. Antonietta Calabrò preannuncia il documento di Benedetto XVI che in campo finanziario ufficializza l'adeguamento della Santa Sede alle norme internazionali contro riciclaggio e altre illegalità. Segue (p. 40) commento positivo di Daniele Manca. Il giorno dopo su "Repubblica" (pp. 1 e 39) un bell'articolo di Zizola, positivo e robusto anche nei titoli: «Ratzinger, pugno di ferro sui soldi di Dio». Peccato che lì (p. 15) fanno per due volte Marcinkus «cardinale», cosa che non è mai stato. Piccoli difetti che, ripetuti da anni, si fanno gravi. Tornano sul documento ("Corsera", p. 11) anche M. Antonietta Calabrò e lo storico Alberto Melloni, che però proprio dal punto di vista storico pare far torto a Leone XIII e soprattutto a Paolo VI, parlando di una loro comune «sindrome» opposta alla «purificazione di cui (invece) Benedetto XVI dichiara l'urgenza» oggi. Libertà, ovviamente, ma forse un discorso "storicamente" più preciso scoprirebbe proprio in Paolo VI i primi passi, allora difficili e ostacolati anche dall'interno, ma voluti proprio di persona verso la "purificazione" di oggi. Per concludere in" bruttezza, annoto che "Liberazione" dà la notizia in 3 righette anoressiche, e che "il Manifesto" non ha neppure quelle. Scommessa di Malpelo: ben presto ambedue i giornali, facendo finta di nulla, torneranno sul «cardinale» Marcinkus per parlar male delle «finanze vaticane». E già: è abitudine da quelle parti omettere i propri punti critici, ma ripetere anche a vuoto quelli altrui. Se sono del Vaticano poi, è" ripetizione continua!
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