Papa Francesco celebra Messa nella cappella di Casa Santa Marta (Osservatore Romano)
Togliere la libertà, cancellare la memoria, indottrinare i giovani: sono i tre indicatori delle colonizzazioni culturali e ideologiche di tutti i tempi. Il Papa, nell'omelia della Messa a Casa Santa Marta di oggi, torna su questo argomento ispirandosi ancora una volta alle Letture della settimana in corso, che narrano la persecuzione del re Antioco Epifane contro i Maccabei fedeli alla legge dei Padri. Lo riferisce Radio Vaticana in un articolo di Gabriella Ceraso.
Ciò che è successo al popolo di Dio, commenta Francesco, "accade ogni volta che sorge nella Terra una nuova dittatura culturale o ideologica che è una colonizzazione"."Pensate”, fa notare il Papa senza fare nomi, “a quello che hanno fatto le dittature del secolo scorso in Europa” e alle “scuole di indottrinamento” che ne sono nate: “Si toglie la libertà, si decostruisce la storia, la memoria del popolo e si impone un sistema educativo ai giovani. Tutte: tutte fanno così. Anche con i guanti bianchi, alcune: che so, un Paese, una Nazione chiede un prestito, 'no, ma io ti do, ma tu, nelle scuole, devi insegnare questo, questo, questo', e ti indicano i libri; libri che cancellano tutto quello che Dio ha creato e come lo ha creato. Cancellano le differenze, cancellano la storia: da oggi si incomincia a pensare così. Chi non pensa così, anche, chi non pensa così, va lasciato da parte, anche perseguitato”.
Così è successo anche in Europa, ribadisce il Papa, dove ”quelli che si opponevano alle dittature genocide, erano perseguitati”, erano minacciati, privati della libertà cosa che corrisponde ad “un’altra forma di tortura”. E con la libertà, le colonizzazioni ideologiche e culturali tolgono anche la memoria, riducendola a “favole”, a “bugie, “cose di vecchi”. Ricordando quindi la figura della madre dei Maccabei che esorta i figli a tener duro di fronte al martirio, il Papa, sottolinea il ruolo unico della donna nella custodia della memoria e delle radici storiche: “Custodire la memoria: la memoria della salvezza, la memoria del popolo di Dio, quella memoria che faceva forte la fede di questo popolo perseguitato da questa colonizzazione ideologico-culturale. La memoria è quella che ci aiuta a vincere ogni sistema educativo perverso. Ricordare. Ricordare i valori, ricordare la Storia, ricordare le cose che abbiamo imparato. E poi, la mamma. La mamma che parlava due volte – dice il testo – 'nella lingua dei padri': parlava in dialetto. E non c’è alcuna colonizzazione culturale che possa vincere il dialetto”.
La “tenerezza femminile” e il “coraggio virile” della madre dei Maccabei che si fa forte delle radici della lingua dei Padri nella difesa dei suoi figli e del Popolo di Dio, fa pensare, osserva il Papa, che “soltanto la forza delle donne è capace di resistere a una colonizzazione culturale”. Sono loro, le mamme e le donne, le custodi della memoria, del dialetto, "capaci di difendere la Storia di un popolo" e, aggiunge il Papa, di " trasmettere la fede" che poi "i teologi spiegheranno": "Il popolo di Dio è andato avanti per la forza di tante donne brave, che hanno saputo dare ai figli la fede, e solo loro – le mamme – sanno trasmettere la fede in dialetto. Che il Signore ci dia sempre la grazia, nella Chiesa, di avere memoria, di non dimenticare il dialetto dei padri e di avere donne coraggiose".
Gandolfini: le parole del Papa sono uno sprone
"Ringraziamo papa Francesco per essere tornato ancora una volta a denunciare le colonizzazioni ideologiche che impongono ai giovani pericolosi percorsi educativi. Le parole del Santo Padre ci richiamano ad avere un'attenzione particolare ai bambini e alle nuove generazioni che più di chiunque altro possono essere manipolate nel cuore e nella mente con proposte ideologie che confondono il codice umano profondamente iscritto in ciascuno di noi". Così il presidente del Family day Massimo Gandolfini commenta le parole del Papa pronunciate oggi nell'omelia della Messa a Casa Santa Marta.
"Questo discorso di saggezza e sapienza costituisce per noi uno sprone a proseguire nella nostra missione di fermento della
cultura della società, sempre in favore della virtuosa crescita delle nuove generazioni", conclude Gandolfini.