Le grandi meraviglie del sacerdozio di Cristo che ha offerto se stesso, una volta per sempre, per il perdono dei peccati, adesso intercede per noi davanti al Padre e tornerà per portarci con Lui. Sono le tre tappe del sacerdozio di Cristo messe in risalto dal Papa nell'odierna omelia della Messa mattutina a Casa Santa Marta. Francesco avverte però che c’è “l’imperdonabile bestemmia”: quella contro lo Spirito Santo. Il servizio di Debora Donnini per Radio Vaticana
Il sacerdozio di Cristo è al centro dell’omelia di Papa Francesco. Una riflessione che scaturisce dalla Prima Lettura di oggi, tratta dalla Lettera agli Ebrei, che parla di Cristo Mediatore dell’Alleanza che Dio fa con gli uomini. Gesù è il Sommo Sacerdote. E il sacerdozio di Cristo è la grande meraviglia, la più grande meraviglia che ci fa cantare un canto nuovo al Signore, come dice il Salmo responsoriale.
Le tre tappe del sacerdozio di Cristo: offre se stesso, intercede per noi, tornerà per portarci con il Padre
Il sacerdozio di Cristo si svolge in tre momenti, sottolinea Papa Francesco. Il primo è la Redenzione: mentre i sacerdoti dell’Antica Alleanza dovevano ogni anno offrire sacrifici, “Cristo offrì se stesso, una volta per sempre, per il perdono dei peccati”. Con questa meraviglia, “ci ha portato al Padre”, “ha ricreato l’armonia della creazione”, rileva il Papa. La seconda meraviglia è quella che il Signore fa adesso, cioè pregare per noi. “Mentre noi preghiamo qui, Lui prega per noi”, “per ognuno di noi”, sottolinea Francesco: “adesso, vivo, davanti al Padre, intercede”, perché la fede non venga meno. Quante volte infatti si chiede ai sacerdoti di pregare perché “sappiamo - nota il Papa - che la preghiera del sacerdote ha una certa forza, proprio nel sacrificio della Messa”. La terza meraviglia sarà quando Cristo tornerà, ma questa terza volta non sarà in rapporto col peccato, sarà per “fare il Regno definitivo”, quando ci porterà tutti con il Padre: “C’è questa grande meraviglia, questo sacerdozio di Gesù in tre tappe - quella in cui perdona i peccati, una volta, per sempre; quella in cui intercede adesso per noi; e quella che succederà quando Lui tornerà - ma anche c’è il contrario, ‘l’imperdonabile bestemmia’. E’ duro sentire Gesù dire queste cose, ma Lui lo dice e se Lui lo dice è vero. ‘In verità Io vi dico tutto sarà perdonato ai figli degli uomini - e noi sappiamo che il Signore perdona tutto se noi apriamo un po’ il cuore. Tutto! – i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno – anche le bestemmie saranno perdonate! – ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno’”.
"L'imperdonabile bestemmia": quella contro lo Spirito Santo, non lasciarsi perdonare
Per spiegare questo, il Papa fa riferimento alla grande unzione sacerdotale di Gesù: l’ha fatta lo Spirito Santo nel grembo di Maria, afferma, e i sacerdoti , nella cerimonia di ordinazione, sono unti con l’olio: “Anche Gesù come Sommo Sacerdote ha ricevuto questa unzione. E qual è stata la prima unzione? La carne di Maria con l’opera dello Spirito Santo. E quello che bestemmia su questo, bestemmia sul fondamento dell’amore di Dio, che è la redenzione, la ri-creazione; bestemmia sul sacerdozio di Cristo. ‘Ma che cattivo il Signore non perdona?’ – ‘No! Il Signore perdona tutto! Ma chi dice queste cose è chiuso al perdono. Non vuole essere perdonato! Non si lascia perdonare!’. Questo è il brutto della bestemmia contro lo Spirito Santo: non lasciarsi perdonare, perché rinnega l’unzione sacerdotale di Gesù, che ha fatto lo Spirito Santo”.
Non chiudere il cuore davanti alla meraviglia del sacerdozio di Cristo
In conclusione, il Papa torna sulle grandi meraviglie del sacerdozio di Cristo e anche “sull’imperdonabile bestemmia”, tale “non perché il Signore non voglia perdonare tutto ma perché questo è tanto chiuso che non si lascia perdonare: la bestemmia contro questa meraviglia di Gesù”: “Oggi ci farà bene, durante la Messa, pensare che qui sull’altare si fa la memoria viva, perché Lui sarà presente lì, del primo sacerdozio di Gesù, quando offre la sua vita per noi; c’è anche la memoria viva del secondo sacerdozio, perché Lui pregherà qui; ma anche, in questa Messa - lo diremo, dopo il Padre Nostro - c’è quel terzo sacerdozio di Gesù, quando Lui tornerà e la speranza nostra della gloria. In questa Messa pensiamo a queste cose belle. E chiediamo la grazia al Signore che il nostro cuore non si chiuda mai – non si chiuda mai! – a questa meraviglia, a questa grande gratuità”.