La preghiera dell’uomo è la debolezza di Dio: è quanto ha affermato il Papa
durante la Messa presieduta stamani a Santa Marta. Erano presenti i canonici del
Capitolo della Basilica di San Pietro. Tra i concelebranti anche il cardinale
arciprete Angelo Comastri.Al
centro dell’omelia, il Vangelo in cui Gesù invita a pregare senza stancarsi,
raccontando la parabola della vedova che chiede con insistenza a un giudice
iniquo che gli venga fatta giustizia. Così - afferma il Papa - “Dio fa e farà
giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di Lui”, come è
accaduto con Israele guidato da Mosè fuori dall’Egitto: “Quando
chiama Mosè gli dice: ‘Ho sentito il pianto, il lamento del mio popolo’. Il
Signore ascolta. E nella prima Lettura abbiamo ascoltato quello che ha fatto il
Signore, quella parola onnipotente: ‘Dal Cielo viene come un guerriero
implacabile’. Quando il Signore prende la difesa del suo popolo è così: è un
guerriero implacabile e salva il suo popolo. Salva, rinnova tutto: ‘Tutto il
Creato fu modellato di nuovo nella propria natura come prima’. ‘Il Mar Rosso
divenne una strada senza ostacoli … e coloro che la tua mano proteggeva,
passarono con tutto il popolo’”. Il Signore – prosegue il Papa - “ha
sentito la preghiera del suo popolo, perché ha sentito nel suo cuore che i suoi
eletti soffrivano” e lo salva in modo potente: “Questa è la forza di
Dio. E qual è la forza degli uomini? Qual è la forza dell’uomo? Questa della
vedova: bussare al cuore di Dio, bussare, chiedere, lamentarsi di tanti
problemi, tanti dolori e chiedere al Signore la liberazione da questi dolori, da
questi peccati, da questi problemi. La forza dell’uomo è la preghiera e anche la
preghiera dell’uomo umile è la debolezza di Dio. Il Signore è debole soltanto in
questo: è debole in confronto alla preghiera del suo popolo”.“Il
culmine della forza di Dio, della salvezza di Dio – spiega il Papa - è
“nell’Incarnazione del Verbo”. Quindi, rivolgendosi ai canonici di San Pietro,
ricorda che il loro “lavoro è proprio bussare al cuore di Dio”, “pregare,
pregare il Signore per il popolo di Dio”. E i canonici a San Pietro, “proprio
nella Basilica più vicina al Papa” dove giungono tutte le preghiere del mondo,
raccolgono queste preghiere e le presentano al Signore: questo “è un servizio
universale, un servizio di Chiesa”: “Voi siete come la vedova:
pregare, chiedere, bussare al cuore di Dio, ogni giorno. E non si addormentava
mai la vedova quando faceva questo, era coraggiosa. E il Signore ascolta la
preghiera del suo popolo. Voi siete rappresentanti privilegiati del popolo di
Dio in questo ruolo di pregare il Signore, per tanti bisogni della Chiesa,
dell’umanità, di tutti. Vi ringrazio per questo lavoro. Ricordiamo sempre che
Dio ha una forza, quando Lui vuole che cambi tutto. ‘Tutto fu modellato di
nuovo’ dice. Lui è capace di modellare tutto di nuovo, ma ha anche una
debolezza: la nostra preghiera; la vostra preghiera universale vicina al Papa in
San Pietro. Grazie di questo servizio e andate avanti così per il bene della
Chiesa”.