Guardarsi dalla mondanità che ci “porta alla doppia vita”. È il monito di Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta. Il Pontefice ha ribadito che, per custodire l’identità cristiana, bisogna essere coerenti ed evitare le tentazioni di una vita mondana. Il servizio di
Alessandro Gisotti della Radio Vaticana.
Il vecchio Eleàzaro “non si lascia indebolire dallo spirito della mondanità” e preferisce morire piuttosto che arrendersi all’apostasia del “pensiero unico”. Papa Francesco ha preso spunto dalla prima Lettura, tratta dal Secondo Libro dei Maccabei, per ritornare a mettere in guardia i cristiani dalle tentazioni della vita mondana. Eleàzaro, ormai novantenne, non accettò di mangiare carne suina come gli chiedevano anche i suoi “amici mondani” preoccupati di salvargli la vita. Lui, ha osservato Francesco, mantiene la sua dignità “con quella nobiltà” che “aveva da una vita coerente, va al martirio, dà testimonianza”.
La mondanità ci allontana dalla coerenza della vita cristiana
“La mondanità spirituale ci allontana dalla coerenza di vita – ha ripreso – ci fa incoerenti”, uno fa “finta di essere così” ma vive “in un’altra maniera”. E la mondanità, ha soggiunto, “è difficile conoscerla dall’inizio perché è come il tarlo che lentamente distrugge, degrada la stoffa e poi quella stoffa” diventa inutilizzabile “e quell’uomo che si lascia portare avanti dalla mondanità perde l’identità cristiana”:
“Il tarlo della mondanità ha rovinato la sua identità cristiana, è incapace di coerenza. ‘Oh, io sono tanto cattolico, padre, io vado a Messa tutte le domeniche, ma tanto cattolico’. E poi vai a lavorare, a fare il tuo mestiere: ‘Ma se tu mi compri questo, facciamo questa tangente e tu prendi la tangente’. Questa non è coerenza di vita, questa è mondanità, per dare un esempio. La mondanità ti porta alla doppia vita, quella che appare e quella che è vera, e ti allontana da Dio e distrugge la tua identità cristiana”.
Chiedere al Signore il sostegno contro le tentazioni mondane
Per questo, ha proseguito, Gesù è “tanto forte” quando chiede al Padre di salvare i discepoli dallo spirito mondano, “che distrugge l’identità cristiana”. Un esempio di baluardo contro questo spirito è proprio Eleàzaro che pensa ai giovani i quali, se avesse ceduto allo spirito mondano, si sarebbero persi per colpa sua:
“Lo spirito cristiano, l’identità cristiana, mai è egoista, sempre cerca di curare con la propria coerenza, curare, evitare lo scandalo, curare gli altri, dare un buon esempio. ‘Ma non è facile, padre, vivere in questo mondo, dove le tentazioni sono tante, e il trucco della doppia vita ci tenta tutti i giorni, non è facile’. Per noi non solo non è facile, è impossibile. Soltanto Lui è capace di farlo. E per questo abbiamo pregato nel Salmo: ‘Il Signore mi sostiene’. Il sostegno nostro contro la mondanità che distrugge la nostra identità cristiana, che ci porta alla doppia vita, è il Signore”.
Avere il coraggio di portare avanti l’identità cristiana
È l'unico che può salvarci, ha detto ancora, e la nostra preghiera umile sarà: “Signore, sono peccatore, davvero, tutti lo siamo, ma ti chiedo il tuo sostegno, dammi il tuo sostegno, perché da una parte non faccia finta di essere cristiano e dall’altra viva come un pagano, come un mondano”:
“Se voi avete oggi un po’ di tempo, prendete la Bibbia, il secondo libro dei Maccabei, capitolo sesto, e leggete questa storia di Eleàzaro. Vi farà bene, vi darà coraggio per essere esempio a tutti e anche vi darà forza e sostegno per portare avanti l’identità cristiana, senza compromessi, senza doppia vita”.