martedì 1 novembre 2016
Le «nuove» beatitudini di Papa Francesco nella Messa di tutti i Santi nello Swedbank Stadion a Malmo.
L'altare allo stadio di Malmo (Ansa)

L'altare allo stadio di Malmo (Ansa)

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ore 15 L'areo con a bordo Papa Francesco è atterrato sulla pista dell'aeroporto di Ciampino con circa mezz'ora d'anticipo rispetto all'orario programmato.

ore 12 "Ringrazio Dio per avermi dato la possibilità di venire in questa terra e di incontrarmi con voi, molti dei quali provenite da diverse parti del mondo. Come cattolici facciamo parte di una grande famiglia, sostenuta dalla medesima comunione. Vi incoraggio a vivere la vostra fede nella preghiera, nei Sacramenti e nel servizio generoso verso quanti sono bisognosi e sofferenti. Vi esorto ad essere sale e luce nelle circostanze in cui vi trovate a vivere, con il vostro modo di essere e di agire, secondo lo stile di Gesù, e con grande rispetto e solidarietà verso i fratelli e le sorelle delle altre chiese e comunità cristiane e verso tutte le persone di buona volontà". Lo ha detto Papa Francesco al termine della Messa nella solennità di Tutti i Santi, prima di recitare l'Angelus.


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La Messa del Papa per la festività dei santi a Malmö (di Stefania Falasca, inviata in Svezia)
«Quello che caratterizza i santi è che sono veramente felici». Le parole di Papa Francesco allo Swedbank stadio di Malmö, per la Messa nella festività di tutti i Santi per la minoranza cattolica del Paese hanno come riferimento le beatitudini evangeliche.


I santi – ha detto il Papa – hanno scoperto il segreto della felicità autentica, che dimora in fondo all’anima che ha la sua sorgente nell’amore di Dio, perciò i santi sono chiamati beati. «Le Beatitudini sono la loro via, la loro meta, la loro patria. Le Beatitudini sono la strada di vita che il Signore ci indica, perché possiamo seguire le sue orme». Sono la carta d’identità del cristiano, «che lo identifica come seguace di Gesù». Perciò «siamo chiamati ad essere beati – ha spiegato – affrontando i dolori e le angosce del nostro tempo con lo spirito e l’amore di Gesù».


In questo senso ha indicato nuove situazioni per viverle con spirito rinnovato e sempre attuale: «Beati coloro che sopportano con fede i mali che altri infliggono loro e perdonano di cuore; beati coloro che guardano negli occhi gli scartati e gli emarginati mostrando loro vicinanza; beati coloro che riconoscono Dio in ogni persona e lottano perché anche altri lo scoprano; beati coloro che proteggono e curano la casa comune; beati coloro che rinunciano al proprio benessere per il bene degli altri; beati coloro che pregano e lavorano per la piena comunione dei cristiani…».


Tra le beatitudini il Papa ha sottolineato «Beati i miti». Perché Cristo dice di sé stesso: «Imparate da me, che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,29). Questo pertanto è il suo ritratto spirituale e svela la ricchezza del suo amore. «La mitezza – ha continuato papa Francesco – è un modo di essere e di vivere che ci avvicina a Gesù e ci fa essere uniti tra di noi; fa sì che lasciamo da parte tutto ciò che ci divide e ci oppone, e che cerchiamo modi sempre nuovi per progredire sulla via dell’unità».


E ha ricordato i santi scandinavi che hanno seguito questa strada: Maria Elisabetta Hesselblad, recentemente canonizzata, e santa Brigida, co-patrona d’Europa, che hanno pregato e lavorato per stringere legami di unità e di comunione tra i cristiani. «Un segno molto eloquente – ha fatto osservare infine il Papa – è che proprio qui, nel loro Paese, caratterizzato dalla convivenza di popolazioni molto diverse, noi stiamo commemorando congiuntamente il quinto centenario della Riforma. I santi ottengono dei cambiamenti grazie alla mitezza del cuore».


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