Il Papa ha scritto al nunzio a Mosca per chiedere di rilanciare lo sforzo diplomatico e mettere fine alla guerra - ANSA
Una lettera del Papa al nunzio in Russia, monsignor Giovanni d’Aniello, per esprimere anzitutto il dolore per una guerra estenuante e prolungata che rappresenta una “grave ferita inflitta alla famiglia umana”, e poi per incoraggiare a “rinnovati sforzi diplomatici” che frenino il conflitto e portino alla pace. L'iniziativa di Francesco, resa nota dai Media Vaticani, segue di circa un mese un'analoga missiva inviata al nunzio a Kiev.
Nella lettera, il Pontefice dà voce al grido di dolore “delle decine di migliaia di madri, padri e figli che piangono i propri cari caduti in guerra o sono angosciati per quelli dispersi, fatti prigionieri o feriti, siano essi militari o civili”. Un grido che "si eleva a Dio, invocando pace al posto della guerra, dialogo al posto del fragore delle armi, solidarietà al posto degli interessi di parte, perché non si può mai uccidere in nome di Dio".
Proprio questo dolore e tutte le sofferenze causate dalla guerra segnalano la necessità urgente di mettere fine alla guerra. Il Papa richiama anche, come altre volte in passato, uno degli autori a lui più cari, Fëdor Dostoevskij, e il suo I fratelli Karamazov. In particolare, richiama il dialogo, contenuto nel quarto capitolo del Libro V, in cui Ivan, uno dei fratelli, spiega ad Alëša di rifiutare il mondo di Dio a causa della sofferenza umana, in particolare quella dei bambini. Una scena citata diverse volte dal Papa in questi anni di pontificato.
Papa Francesco scrive di unirsi al grido di chi soffre “con il cuore addolorato per le vite spezzate, le distruzioni e le sofferenze, e anche per la grave ferita inflitta alla famiglia umana da questa guerra”. “Confido che gli sforzi umanitari rivolti ai più vulnerabili possano aprire la strada a rinnovati sforzi diplomatici, necessari per fermare la progressione del confitto e per raggiungere la tanto attesa pace”, afferma poi il Pontefice. E infine esorta a pregare per la pace. Il Pontefice, infatti, invita tramite il nunzio d’Aniello “ogni persona di buona volontà ad unirsi nella preghiera a Dio, implorando il dono della pace, e nell’impegno di contribuire a questo nobile traguardo, per il bene dell’intera umanità”.