21. LO STEMMA
Lo scudo blu è sormontato dai simboli della dignità pontificia. In alto campeggia l’emblema dell’ordine di provenienza del Papa, la Compagnia di Gesù: un sole raggiante caricato dalle lettere, in rosso, Ihs, monogramma di Cristo. In basso si trovano la stella e il fiore di nardo. La stella, secondo l’antica tradizione araldica, simboleggia la Vergine Maria, madre di Cristo e della Chiesa; mentre il fiore di nardo indica san Giuseppe, patrono della Chiesa universale. Così il Papa ha inteso esprimere la sua particolare devozione verso la Vergine e Giuseppe.
22. ARCIVESCOVO A BUENOS AIRES
Il 3 giugno 1997 Bergoglio è promosso arcivescovo coadiutore di Buenos Aires. Passati neppure nove mesi, alla morte del cardinale Quarracino gli succede, il 28 febbraio 1998, come arcivescovo, primate di Argentina, ordinario per i fedeli di rito orientale residenti nel Paese, gran cancelliere dell’Università Cattolica.
23. IL CARDINALE
Il 21 febbraio 2001 Giovanni Paolo II crea Bergoglio cardinale con il titolo di san Roberto Bellarmino.
24. LA METROPOLITANA
Bergoglio si è definito «un camminatore». «Da cardinale – ha raccontato – mi incantava camminare per le strade ma anche in metro; la città mi incanta, sono un cittadino nell’anima». Celebri sono i suoi spostamenti in metropolitana da arcivescovo di Buenos Aires.
25. BERGOGLIO È PAPA
Jorge Mario Bergoglio ha partecipato a due Conclavi. Il primo nel 2005, dopo la morte di Giovanni Paolo II. Il suo nome viene citato tra quelli “papabili”. E, secondo alcuni resoconti non ufficiali avrebbe raccolto nel breve Conclave dell’aprile 2005, anche molti voti. Il secondo Conclave, nel quale viene eletto Papa, assumendo il nome di Francesco, a cui partecipa è quello del 2013 dopo la rinuncia al ministero petrino da parte di Benedetto XVI. Il 13 marzo 2013 viene eletto Papa nelle votazioni del pomeriggio.
26. BENEDETTO XVI
«Prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca». Papa Francesco si è appena presentato sulla loggia centrale della Basilica Vaticana, pochi minuti dopo l’annuncio della sua elezione. E il primo pensiero è rivolto proprio al suo predecessore che da Castel Gandolfo sta seguendo l’esito del Conclave attraverso la televisione, dopo la sua rinuncia al ministero petrino. Un segno di affetto e di stima che Francesco in questi anni ha rinnovato in diverse occasioni, sia in modo pubblico con l’invito al suo predecessore a presenziare ad alcune celebrazioni, sia in forma privata con messaggio, telefonate e visite presso il monastero Mater Ecclesiae dentro il Vaticano dove Benedetto XVI ha scelto di vivere. «È come avere un nonno saggio in casa», ha anche detto di Ratzinger, rispondendo ai giornalisti.
27. LA SUA CAMERA A CASA SANTA MARTA
Il Papa vive nell’appartamento 201 di Casa Santa Marta, la struttura all’interno della Città del Vaticano fatta costruire da Giovanni Paolo II per dare una residenza ai cardinali durante il Conclave. È un palazzo di cinque piani e l’appartamento di Francesco è al secondo. È composto da un soggiorno, uno studio, una camera da letto e un bagno.
28. LA STATUETTA NELLO STUDIO
La statua di san Giuseppe dormiente – con Giuseppe raffigurato nel sonno, disteso su un fianco – che Bergoglio conservava in curia a Buenos Aires, è una delle poche cose che ha voluto far arrivare dall’Argentina dopo l’elezione al soglio di Pietro. Oggi si trova nel suo studio a Casa Santa Marta e sotto vi infila dei biglietti con le sue richieste di grazie al santo.
29. L’ORA DELLA SVEGLIA
Il Pontefice si sveglia alle 4.45, resta nella sua stanza e recita l’Ufficio delle letture. Quindi legge e medita le letture della Messa del giorno, preparando così l’omelia che pronuncerà poco dopo nella cappella di Casa Santa Marta.
30. LA SIESTA
Il segreto per vincere lo stress di un’agenda stracarica di impegni? «Prego e dormo come un legno», ha detto il Papa nell’intervista concessa a Tv2000 e Radio InBlu lo scorso novembre. Ma ha anche raccontato in un'altra occasione: «Normalmente alle 9 vado in stanza e leggo quasi fino alle dieci, quando mi comincia a lacrimare un occhio spengo la luce». Però «ho bisogno della siesta. Devo dormire dai 40 minuti a un’ora, mi tolgo le scarpe e mi ritiro al letto».
31. I CIBI PREFERITI
È nota la predilezione del Papa per il “dulce de leche”, la crema di latte e zucchero inventata un secolo fa in Argentina. Ma a Casa Santa Marta sono entrate anche le “empanadas”, fagottini di pasta ripiena cotti al forno. E non manca il celebre tè argentino, il mate.
32. LA PIZZERIA
A papa Francesco manca «uscire per strada, andare a camminare per le strade. Oppure andare in una pizzeria a mangiare una pizza».
33. TV E RADIO
Papa Francesco non guarda la televisione dal 1990. «È una promessa che ho fatto alla Vergine del Carmelo la notte del 15 luglio 1990. Mi sono detto: “Non è per me”». Ma ha ascoltato molto la radio. «Con la mamma al sabato ascoltavamo le opere che trasmettevano alla Radio del Estado. Ci faceva sedere accanto all’apparecchio e prima che cominciasse ci narrava la trama».
34. IL COMPUTER
«Ti devo dire la verità? Non sono per niente capace con le macchine, non sono capace di usare il computer. Che vergogna, vero?». È quanto ha raccontato nel 2015 papa Francesco in un videocollegamento con i ragazzi disabili rispondendo ad Alicia, 16 anni, spagnola che gli parlava del suo amore per la fotografia e gli chiedeva se anche lui ama scattare foto e scaricarle sul pc
35. IL TELEFONO
«Sono così, ho sempre fatto questo anche a Buenos Aires. Ricevevo un biglietto, una lettera di un prete in difficoltà, una famiglia o un carcerato e rispondevo…». Così il Papa ha spiegato un giorno a monsignor Dario Edoardo Viganò la sua “familiarità” con il telefono. Uno degli aspetti del suo stile, quello delle telefonate a gente comune, in diversi Paesi del mondo, che più hanno sorpreso l’opinione pubblica soprattutto nei primi mesi del pontificato.
36. L’ODORE DELLE PECORE
È il 28 marzo 2013 quando papa Francesco celebra nella mattina del Giovedì Santo la Messa Crismale con i sacerdoti della “sua” diocesi – quella di Roma – nella Basilica di San Pietro. E nell’omelia dice: «Vi chiedo: essere pastori con l’odore delle pecore, pastori in mezzo al proprio gregge, e pescatori di uomini». L’espressione “pastori con l’odore delle pecore” è una di quelle che segnano il pontificato di Bergoglio e sta a indicare la vicinanza di sacerdoti e vescovi al popolo di Dio che è stato loro affidato.
37. CHIESA IN USCITA
«Se la Chiesa è nata cattolica, vuol dire che è nata “in uscita”, che è nata missionaria». Così Francesco ha spiegato durante un’udienza la sua celebre espressione «Chiesa in uscita». Uscire è andare verso l’altro, verso culture e popoli, verso le periferie geografiche ed esistenziali: ovvero poveri, scartati, disperati, falliti. Ma è anche uscire da se stessi, dall’autoreferenzialità, dalle comodità, dalle visioni troppo rigide.
38. LA MISERICORDIA
La misericordia è presente nello stesso stemma episcopale di Bergoglio “Miserando atque eligendo”. Nel suo primo Angelus, il 17 marzo 2013, papa Francesco ha citato il libro del cardinale Kasper Misericordia. «E mi ha fatto tanto bene, quel libro – ha detto –. Un po’ di misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto». E aveva aggiunto riferendosi a Dio: «Lui è il Padre amoroso che sempre perdona, che ha quel cuore di misericordia per tutti noi». Alla misericordia divina, cuore del suo pontificato, Francesco ha voluto dedicare niente meno che un Giubileo straordinario.
39. IL GIUBILEO
Dodici mesi nel segno della misericordia, «l’architrave che sorregge la vita della Chiesa», come l’ha definita papa Francesco nella bolla di indizione dell’Anno Santo straordinario Misericordiae vultus. Il Giubileo – che ha avuto come motto “Misericordiosi come il Padre” – è stato aperto l’8 dicembre 2015 e chiuso lo scorso 20 novembre. L’Anno Santo è stato celebrato non soltanto a Roma ma anche in tutte le diocesi del mondo dove sono state aperte le Porte Sante della misericordia. Durante l’Anno il Pontefice ha anche inviato i «missionari della misericordia».
40. IL CONCILIO
Francesco è il primo Papa eletto dopo il Vaticano II a non avervi partecipato. Malgrado questo il suo pontificato ne è profondamente ispirato, in qualche modo può esserne considerato “figlio”. Al tempo stesso Bergoglio è legatissimo ai due Papi del Concilio: Giovanni XXIII e, soprattutto, Paolo VI che richiama spesso. Ha più volte sottolineato ad esempio che l’esortazione apostolica di Montini Evangelii nuntianti è il documento pastorale più importante mai scritto.